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Aggiornato: 26 giugno 2025


Piangeva, , quel canuto montanaro, piangeva, ma non per affetti terreni, non per ricordanze dolorose, non per paura del futuro, piangeva di rassegnazione, e nella sua prece invocava siccome grazia suprema la morte: povero e solo, fiacco e combattuto, che sarebbe stata per lui la vita? a somiglianza del passero, che abbandonato dalla compagna o perduto fra i campi di terra non sua piange, disperasi e muore, il vecchio isolano sarebbe perito fra gli stenti sprezzato e solitario!

Che importa all'usignuolo nascosto nel fogliame dell'albero più denso presso il parapetto del ponte, se il viandante arrestatosi ad ascoltarlo sia Catullo che si reca in villa a Sermione, o Tasso che si allontana mendicando? Che importa al passero garrente sulle siepi nei pigri mattini dell'autunno, se il primo frate che si ferma ad ammirarlo e gli sorride come per un conforto ricevuto a una nuova giornata di lotta, sia Lutero che ritorna da Roma meditando la terribile rivoluzione onde incendier

Dunque ti decidi ad andar dalla mia mamma a Napoli? Ella fece segno di no. Perchè? Ho bisogno di quiete, amico mio. Passerò qualche giorno nella mia villa. Il giardiniere mi scrive che i lavori sono quasi terminati. Mi sarebbe così caro saperti ospite nostra riprese Guido.

Girani si arrampicava su quella cima vicino a quella pianta, ed ivi a lungo si stava a contemplare Nebiolo: spingeva l'avido sguardo a ricercare fra quelle fronde e quei tugurj la cara luce de' suoi focosi pensieri, e sovente la dimandò come passero solitario che va nel bosco in traccia della compagna.

Egli capitò dal dottore in uno stato di frenesia. Il dottore stava per uscire. Il principe entrò dritto nel gabinetto di lui, prese un foglio e scrisse: «Domani, alle 8, alla Porta Maillot. Siatevi solo col vostro medico e le vostre armi. Non padrini. Il principe si volse in seguito al dottore di Nubo e gli disse: Domani, io mi batto in duello. Passerò a prendervi alle 7.

Pareva che entrasse in un caffè, in una trattoria, o peggio. «Di qui, senza nome, non si passa!» «Io sono sempre passato e passerò.» «E io, da sei mesi che mi pregio di stare al servizio del dottor Francesco Floriani come custode della sua Casa di Salute, non vi ho mai visto. Voi non passereteTi lodo, Michele, ma adesso non ti dispiaccia di abbreviare.

Io ebbi dei giorni di follia continuò il duca. Passerò tutta la mia vita per farli obliare, per farmeli perdonare. Perdonare? giammai! rispose Vitaliana. L'oblio, l'avete di gi

Avvertite la signora che sono stato.... diss'egli asciutto alla donna di servizio. Ma la signora non può tardar molto. Ha detto che torna subito. Sta bene, sta bene; rispose l'Ariberti, che oramai non poteva più dare indietro, ho qualche faccenda da sbrigare; passerò domani.... o più tardi, soggiunse egli, a mo' di correttivo.

58 Pensò di rimontar sul suo cavallo, e per l'aria spronarlo a nuovo corso: ma dubitò di far poi maggior fallo; che troppo mal quel gli ubidiva al morso. Io passerò per forza, s'io non fallo, dicea tra , ma vano era il discorso. Non fu duo miglia lungi alla marina, che la bella citt

Voi siete così buono con me! Passerò da voi, se vi piace. No; rispose messer Dardano. Forse rimarrò presso il nostro amico, e non sar

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