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Vi aveva passeggiato altre volte con Nicla, dando nome ai solchi e alle vette, versando acqua con le mani nelle cavit

Era forse semplicemente effetto dell'essere intieramente riposato dalle fatiche del viaggio. In ogni modo tale indugio gli pesava assai. Dopo aver passeggiato un pezzo su e giù per la sua stanzaccia, discese nella cucina. L'oste venne, come gi

Incontrai mia madre nell'andito non ancora illuminato. Di dove vieni, Tullio? Di fuori. Ho passeggiato un poco. Giuliana t'aspetta. A che ora comincia la Novena? Alle sei. Erano le cinque e un quarto. Mancavano tre quarti d'ora. Bisognava vigilare. Vado, mamma. Dopo qualche passo la richiamai. Federico non è tornato? No. Salii alla stanza di Giuliana. Ella m'aspettava.

Il conte Gino era uno di questi cospiratori, senza giuramento e senza parola d'ordine. A Torino, dove la polizia s'immaginava ch'egli avesse preso accordi con qualcheduno, a Torino egli non aveva fatto altro che respirare un po' d'aria libera. Neanche s'era avvicinato a fuorusciti modenesi o parmensi, che egli, figlio di cortigiani ducali, conosceva solamente di nome. Per altro, aveva passeggiato sotto i portici di Po, dove si confondevano tutte le parlate d'Italia, quasi prenunziando l'unit

Il giovane francese, dopo qualche tempo e dopo avere passeggiato alcun poco col signor De-Raudy (cognome novello del gi

Abbiamo passeggiato un poco... sentivo soffocarmi... non potevo dormire! rispose Antonietta, che non aveva mai detto una menzogna al suo amante, e alla quale il sotterfugio, il primo che adoperasse con lui, spiaceva talmente, che essa tremava e balbettava. Roberto aveva tanto rispetto, tanta fiducia, tanta passione per Antonietta, che non osò ripetere.

Egli pensò che fra poco quello svelto corpicino sarebbe stato trascinato da altri nel turbine delle danze, che altri avrebbero stretto quella mano, sentito il contatto di quel braccio morbido, aspirato voluttuosamente il profumo di quei capelli ondeggianti, pensò che altri avrebbero passeggiato con la stupenda fanciulla per le sale piene di luce, si sarebbero affacciati con lei alla finestra a inebbriarsi nell'aria tepida d'una notte estiva, le avrebbero forse susurrato all'orecchio parole d'amore, e provò nell'anima tutti gli spasimi della gelosia.

A Castellammare ho preso il bagno, ho nuotato, ho ballato moltissimo; a Sorrento ho passeggiato, a piedi, a cavallo, in carrozza; ho letto molto, ho fatto molta musica, ho contemplato molti tramonti e molte notti stellate; ho ballato ancora... E qui? Qui? Le solite cose. Nulla di nuovo, carissima creatura? Nulla di nuovo, Giovannina mia.

E in quell'ora che cosa faceva Roberto? Le donne non avevano dormito, ma Roberto quella notte non si era neppur coricato. La camera di Antonietta corrispondeva in via della Ca' d'or, ed egli aveva passeggiato su e giù per ore intere, guardando in alto verso la finestra, che vedeva illuminata.

Avrebbe scritto un libro. Il Libro! Una grande opera seria, con alti intenti; non un volumetto di brevi poesie scapigliate, effimere, che si leggono oggi e si dimenticano domani. E si era prefissa di non pensare ad altro che al Libro; di non vivere che per il Libro. Avrebbe sognato il Libro; passeggiato per il Libro; respirato, mangiato, dormito per il Libro.