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Aggiornato: 22 giugno 2025
Ah, la sua camera da studio! Quante ore liete vi aveva passate! Come in essa tutto gli rammentava la sua infanzia gioconda, la sua adolescenza felice e cinta d'affetto! Quando i suoi condiscepoli venivano a visitarlo oh! essi dicevano il tuo non è uno studio, è una reggia.
Passate per l'ultima porta a destra e aspettatemi sul marciapiedi... Bruscamente apparve la fabbrica della Stazione. Letizia si volse. Tutto era scomparso nella notte, dietro di lei: la citt
Tu sola, o santa poesia, sei vera, Che il vivo senso delle morte cose E i tenui affetti susciti In mezzo all'ombre, ai sassi, alle nemiche Care al Silenzio e d'ogni ben gelose Invidiose ortiche. Ove manchi il sospiro di Natura, Irrigidite larve e di cuor vuote Stan le passate immagini Di questa labil vita, che si oscura Di giorno in giorno in disperato oblìo. Amor, luce di Dio, le scalda e scuote.
Passate in rassegna le truppe a Ponte Landolfo, esse mossero per Bojano e noi deviammo a Campobasso.
Le obbiezioni a noi più frequenti movevano, singolare a dirsi, dalla credenza radicata nei più tra gli uomini delle insurrezioni passate e nei mezzi ingegni della Penisola, che l'Unit
«Ho deposto la penna, ho chiuso il viso tra le mani, ho distrutto per aver pace lo spazio ed il tempo, ho riso dolcemente con te, mia sposa, non importa dove, non importa quando, di queste passate angustie.
E se questa notte appunto que' dannati?... No, Rocco; io non mi muovo. Ci stai tu, eh! ci sto anch'io. Delle notti, alla serena, n'ho passate parecchie.... e qui, con te, a far la guardia per quella povera e buona Stella, mi parr
E pare che le stesse cose si fossero passate in mente al mio vicino; poichè nell'atto che io mi volgeva a lui, lo vidi aprir bocca e questa volta non fui in tempo ad arrestarmi a mezzo, così che le nostre parole si confusero. E da capo a sorridere.
Le sventure passate, il rimorso e la superstizione le avevano messo nella guardatura e nel muovere delle pupille una particolarit
Pareva, fatto ver, sogno d'artista Da ingelosir Pigmalïone o Apelle; E gli occhi suoi parean due nere stelle Senz'ombra trista. Pieno d'incanto era il suo bel sorriso, Fatte pei baci le sue labbra rosse, Armonïose le leggiadre mosse, Fulgido il viso. La sua tunica bianca a liste aurate Lasciava nude le marmoree braccia; Sul volto suo non si vedeva traccia D'ore passate.
Parola Del Giorno
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