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Aggiornato: 28 giugno 2025
Intendendo l'orecchio si udiva da lungi come un vago mormorio di mille note diverse; il silenzio ha la sua voce, una voce confusa che non si sa d'onde parta, ma che arriva sempre al cuore. Ci arrestammo estatici.
Se quello che scrive Gian Aloise è tale da poterlo sapere ancor io, me lo potrete dire domani, prima ch'io parta; se non è tale, potrete tacerlo, ed io sarò felice di non averlo ascoltato. Voi anche mi avete insegnato a non esser curioso; e i fatti del prossimo sono spesso così poco interessanti! Aggiungete che in ogni cosa io sono vostro, ed altro non mi piace che di obbedirvi.
BALIA. Trovar Sinesio, vostro carissimo amico, e componere seco di modo il fatto che si racchetino fra loro. ARREOTIMO. Cosí vo' fare. Tu vattene a casa; e se Cintia vi cápita, dille per quanto ha cara la grazia mia, che non si parta fin ch'io non ritorno. Io veggio Sinesio molto minaccioso e iracondo; se ne viene alla volta mia. BALIA. Io vado.
Ond’ io: «Maestro, il mio veder s’avviva sì nel tuo lume, ch’io discerno chiaro quanto la tua ragion parta o descriva. Però ti prego, dolce padre caro, che mi dimostri amore, a cui reduci ogne buono operare e ’l suo contraro». «Drizza», disse, «ver’ me l’agute luci de lo ’ntelletto, e fieti manifesto l’error de’ ciechi che si fanno duci.
Ma non ardì farlo perchè in una memoria scritta da vostro padre, che sta in mano di Federico, egli ordina a suo figlio di accettare se mai la famiglia perdonasse.... Tale memoria la vedrete anche voi. Allora comprendo, rispose Gabriella. Non trovava altre obbiezioni, eppure avrebbe voluto rimanere. Siete decisa? Se assolutamente si vuole che io parta....
Lasciate ch'io parta, Mattia, lasciate ch'io segua la mia stella cattiva!
Credevi di non essere amato, come credevi d'amare chi non dovevi; ora colle mie spiegazioni sai a che devi tenerti.... Io sono umiliato dissi del mio stesso pensiero. Tu parti con quest'ultima nota sgradevole del mio carattere e le scuse non basteranno a cancellarla. È deciso che tu parta? Stasera medesima, fece Gian Luigi corrugando la fronte.
Se avete lettere datele a me; le mie donne le consegneranno a Menico domattina prima che egli parta per Zugliano. Accettai ringraziando e cercai le lettere per consegnarle. Ma lo speziale sclamò: Per bacco favorisca dentro, al caldo, oh diamine! E uscito fuori, mi prese il braccio e mi tirò nella bottega, anzi nel piccolo camerino dov'ero stato la prima volta.
Passarono circa due ore in questa conversazione; finalmente Valancourt, alzandosi: «Bisogna ch'io parta,» disse tristamente, «ma colla speranza di rivedervi, e con quella di offrire il mio rispetto e la mia servitù ai vostri parenti. La vostra bocca mi confermi in tale speranza. I miei parenti si chiameranno fortunatissimi di far la conoscenza d'un antico amico del padre mio.»
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