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Aggiornato: 6 giugno 2025
NEPITA. Ma, per parlarti alla libera, non posso credere che tu sia maschio. ESSANDRO. Credilo, che è cosí. NEPITA. Giamai credei a parole. ESSANDRO. Dunque, nol credi? NEPITA. No, che voi giovani vi dilettate di dar la baia: però bisogna prima chiarirsene e poi credere. ESSANDRO. Farò che lo vedrai. NEPITA. E questi che fan le bagattelle, pur fan veder molte cose che non sono.
Neppure Maria si era spogliata: era rimasta immobile per molto tempo, sdraiata nella sua poltrona, poi si era inginocchiata per pregare; e adesso, dopo aver pregato, tornava a piangere, a singhiozzare, quando udì bussare all'uscio, con un toccheggiare esitante: Scusami, cara, vorrei parlarti disse al di fuori Prospero Anatolio, con voce malferma. Maria asciugò in fretta gli occhi e aprì.
Se volesse abbandonarmi, se pensasse di potere stancarsi di me, non verrebbe a parlarti.... Dimmi quando l'hai veduto; che cosa ti ha detto?
Stettero così in silenzio per qualche tempo, quando la madre: Ora ho a parlarti di una cosa, esclamò, di una cosa che importa assai, Manfredo; e stata un momento sopra di sè perplessa, soggiunse: la figlia del Bentivoglio mi parlò di te. Il giovane non aveva mai dotto nulla di quell'amor suo alla madre, por ciò rimase assai maravigliato e scosso a quello parole inaspettate,
Ho passato tre ore con un prete a far passare le commediole delle marionette ch'egli deve far recitare alle fanciulle del suo collegio! Sono i libricciuoli nostri, dei nostri otto e nove anni. Il prete mi parla di farse, di sciocchezze, di melodrammi che fa lui.... Ed io lo ascolto.... Io che vorrei parlarti del mio Giuliano! E tu mi ascolteresti?
Impaziente di ogni minimo indugio, vedendo che non si avvicinava nessun facchino, aveva preso lui una delle valigie del Bedini e si avviava verso l'uscita, quando questi gli disse: Ma io ho bisogno di fermarmi al ristorante; ho proprio fame. Chiardi non potè frenare una mossa di disappunto. Ti dispiace? fece il Bedini. Se hai fretta... Sì, ho fretta di parlarti, di consultarti...
Ritorno continuava Roberto dopo un lungo viaggio: cerco parlarti: tu ti presenti come una padrona, come una signora dinanzi al suo servo, non come una sposa innanzi all'uomo che ha davanti a Dio su di lei il massimo tra i diritti.... Poichè il padrone qui sono io! disse Roberto in uno de' suoi impeti selvaggi, e accerchiandole il collo, la accostò a sè, con una stretta di ferro, di quelle che Enrica gi
La povera Angiolina, sentendosi destare a quell'ora dopo i proponimenti fatti, si mise a piangere; eppure, e pur troppo per sua disgrazia, doveva obbedire. Angiolina, Angiolina! urlò con voce diabolica Vascello; Angiolina, perd.... sali su; vi è un signore che vuol parlarti.
Le cose andarono al punto che, un giorno, dopo la cena, poi che i vecchi e i ragazzi furono andati a dormire, la Gina, con una voce che non pareva la sua, e cercando quasi di non incontrare il mio sguardo, mi disse: Bebbe, ho bisogno di parlarti.
Ah, bene; e ci andrai sulle dieci, m'immagino. Sì, se pure vorrai darmene licenza. Io? figurati! Sai bene quel che ti ho detto. E, a parlarti sinceramente, andando tu, mi liberi da un falso obbligo. Che cos'è un falso obbligo? Il dubbio sciocco di credersi necessario, il timore vanitoso che la tua mancanza sia notata e faccia dispiacere alla gente.
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