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Aggiornato: 6 giugno 2025
RAIMONDO torna a guardare nella sala da pranzo, come per assicurarsi che non c'è nessuno. Poi viene alla porta di sinistra, che NICOLETTA lasciò aperta, e la chiude con cura. Che ha seguito quest'azione con un po' di stupore e anche di vago timore. Che c'è? Debbo parlarti. Ti prego, siediti. Ella siede sul divano.
Oh, non ve ne date pensiero; il tempo è tutto nostro. Aloise, bisbigliò il Pietrasanta all'amico, ero venuto per parlarti di un negozio.... Me ne parlerai più tardi! interruppe Aloise, con un accento che non isfuggì al fine udito della marchesa Ginevra.
Paolo... cominciò Fulvia, incoraggita da quella sua freddezza io vorrei parlarti... L'
Aveva la febbre? caldura della pelle, generata dall'ansia di quei giorni. Si sdoppiava, facendo a un tempo da malata e da medico ingannatore; interrogandosi e rispondendosi. Hai bisogno di me? chiese, al vedere Emilia così repentemente comparsa. Debbo parlarti.... cominciò questa. S'interruppe bruscamente, soggiogata dalla propria commozione.
Zitto! disse Nancy con un dito sul labbro e gli occhi fissi sulla figuretta dormente di Anne-Marie. Vieni in camera mia; devo parlarti, disse Aldo. No, disse Nancy. ... Ma devo pur spiegarti... Zitto! ripetè Nancy. Poi sedette accanto al letto della sua bambina, e nascose di nuovo il capo nella zanzariera. Aldo stette per qualche tempo a guardarla; poi girellò per la camera.
La sera stessa fece venire da un suo fondo nelle vicinanze del paese, un certo tomo: un maurino alto e barbuto come un S. Cristoforo, tutto butterato dal vaiuolo. Lo condusse nello scrittoio, chiuse l'uscio con la massima cura, a causa di quelle benedette correnti d'aria, sedette, e cominciò: Pietro, devo parlarti. Comandi, eccellenza.
Come fare? Tornare dal Direttore? Sottomettersi? Pregare, cercare colle buone di ottenere un piccolo acconto?... Se Nora volesse?... Se volesse parlarne allo zio Matteo! Ma bisognava vederla subito. Invece di aspettarla giù, dinanzi alla porta, sarebbe salito a cercarla dalla signora Schönfeld: l'avrebbe fatta chiamar fuori. Ho da parlarti: di gran premura! Che male c'è? Non dev'essere mia moglie?
Sì rispose il cavaliere Mariano sforzandosi di nascondere la sua agitazione debbo parlarti di cosa seria. Di cosa seria? esclamò il giovine che cominciava a turbarsi. C'è qualche disgrazia?
Ed è per questo che ho desiderato di rimanere sola con te, di parlarti, di dirti quello che ti ho detto; e di guardarti in faccia da sola a solo, e di udirti parlare, e di studiarti. Sono una donna forte, e guardo in faccia al pericolo, sempre. Sarai un amico o un nemico per me? Bada: essere nemico mio vuol dire essere nemico di Piero. Non ti capisco. Queste tue parole mi paiono assai strane.
MASTICA. Non vo' far questo dispiacere a me né alla mia persona; so ben quel che tu vuoi. Per parlarti chiaro, balia, se ben tutte le donne son insaziabili di natura, la tua non ha né fin né fondo. Star morto di fame, stracco, fastidito e donne intorno, pensalo tu. BALIA. Non vo' quel che tu pensi. MASTICA. Io pensava quel che tu suoli volere. M'hai ritornato l'animo: lasciami respirare un poco.
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