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Aggiornato: 25 luglio 2025
Egli scrisse una pagina o due molto sgorbiate e cancellate e' che di consueto scriveva di un fiato, senza radiare una virgola, senza cangiare un motto! Le sue idee si presentavano adesso ingarbugliate, confuse, le immagini cozzavano nel suo cervello e svanivano in briciole scure. Era distratto.
La quale outa vuol dire: «Per cogliere i fiori di prugno, i cui colori agita l'acqua, io mi son chinata verso l'acqua; ma, ahimè!, io non ho colto i fiori e la mia manica è tutta bagnata.» Nella mia occidentale la frequenza della rima e il ritmo troppo accentuato tolgono alla strofa gran parte del suo carattere primitivo. DONNA FRANCESCA, VIII, pagina 241.
La pagina di storia che si scrisse dalla Monarchia Sabauda in quell'anno fu tale che vorrebbe la penna d'un Tacito e intinta nel sangue; ed è di quelle che gli uomini dovrebbero rileggere ogni qualvolta sentono a infiacchirsi nell'animo loro l'abborrimento della tirannide, e le madri ripetere ai figli perchè v'imparino quali possano essere le sorti d'una terra non libera.
È una pagina di Aristo Mortara, presidente della Corte d'Assise di Milano, uomo il quale non solo è magistrato di alta coscienza, ma anche un cittadino d'esemplare moralit
Venite all'agile barchetta mia, Santa Lucia, Santa Lucia.» Finì la pagina e la mise sullo scrittoio colle altre. Poi fumò delle sigarette e lesse «Autour du mariage» finchè fu ora di uscire a far colazione. Durante la sua assenza per il «lunch», un biglietto lilla era stato lasciato sulla scrivania per lui: «Venite stasera alle otto precise.»
Così quella lettura procedette lenta; avevo acceso il lume da un pezzo, ed il mio orologio sonava le dieci e mezzo, quando giunsi all'ultima pagina a cui era incollata la lettera, fredda, amara, disillusa come il pensiero del suicidio.
Ragazzi miei, non è il fuoco che costituisce lo amaro di una campagna, chè anzi ne è la pagina bella; sono le privazióni e gli stenti, a cui però di buon grado deve assoggettarsi il soldato dell'idea.
Leggete; disse il duca di Feira, voltando egli stesso un'altra pagina, e indicandogli un punto del manoscritto; questa è la vita di Ginevra. Il giovine tremò tutto, a quell'invito del duca; volse lo sguardo dove questi accennava col dito, e rimase immobile a lungo, cogli occhi sbarrati, ma senza leggere, quasi senza vedere lo scritto.
Erano le opere di Sant'Agostino: così diceva la scritta d'inchiostro nero sul dorso della cartapecora di cui erano coperti quegli smisurati volumi. Il padre Bonaventura recò il suo librone sullo scrittoio, e dopo averlo sfogliato un tratto per cercare la pagina, intinse la penna nel calamaio e al lume della sua lampada, si mise a scrivere. Sulle opere di Sant'Agostino? Sicuro.
È questa una pagina di storia ripetuta sovente negli ultimi due terzi di secolo in Francia, in Germania, nel Belgio, in Grecia, nella Spagna. A quale linea della pagina siamo oggi in Italia? Aprile, 1863.
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