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Povera donna!... Orsù, cacciamo le emozioni in fondo al cuore e tiriamo avanti. È l'inviato di Dio che l'ha condannata. D'altronde non vi era altro mezzo per salvare il greco. Si passò a più riprese la mano sulla fronte e terminò col crollare le spalle.

Certo, gran male hai fatto a rinvivermi. FESSENIO. Perché? CALANDRO. Cominciavo a vedere l'altro mondo di . FESSENIO. Tu lo vedrai bene a tuo agio nel forziero. CALANDRO. Mi par mill'anni. FESSENIO. Orsú! Poi che tu sai ben morire e risuscitare, non è da perder tempo. CALANDRO. Or via! ! FESSENIO. Nooo! Con ordine vuol farsi tutto, a fin che Fulvia non se ne accorga.

LIDIA. Eccovi la mia fede. AMASIO. Vita dell'anima mia, la fede senza il bacio non val nulla. LIDIA. Questo è stato soverchio; orsú, tiratevi indietro, ché è mal cosa star l'esca appresso al foco. Dove mi spengete? di grazia, non fate oltraggio all'onor mio. AMASIO. Non sète voi mia moglie? non posso far di voi quel che mi piace?

PASQUELLA. Come tu hai fatto il tuo. Orsú! Io vo. FLAMMINIO. A Gherardo la vuol maritare? CLEMENZIA. , trista a me! Vedi se questa povera giovane è sventurata. FLAMMINIO. Tanto avesse egli vita quanto l'averá mai. In fine, Clemenzia, io credo che questa sia certamente volontá di Dio che abbia avuto pietá di questa virtuosa giovane e dell'anima mia; ch'ella non vada in perdizione.

Tu per non essere d'altri hai voluto piú tosto esser della morte; e io che son cagion della tua morte voglio restar in vita? io restar in vita, per la cui vita tu sei morta? orsú, convien morire, e morrò. Ma dove sono? Forca, dove sei? cosí ti dogli delle miserie mie? FORCA. Taci, la casa di Mangone apre la gola e lo vomita fuori. PIRINO. Un cibo di cosí cattiva digestione non può digerirlo.

Orsù, parlate, con mal piglio gli rispose il Luciani.

APOLLIONE. Sia benedetto Iddio che ci ha fatto giungere a tempo di remediarci! Orsú, Gerasto caro, l'indegno atto e l'offesa che ha usata contro te, n'è stato cagione amore; ché ben sapete che amore e ragione mai potero apparentare insieme, e la legge d'amore è romper tutte le leggi e non servar legge ad alcuno.

MITIETO. Le vostre sventure vengono da voi stessa e dalle vostre cattive operazioni, perché voi stessa v'avete fabricati i vostri mali. Orsú a' rimedi. Io cercherò di turbar il matrimonio fra voi e Lidia, e fratanto imagineremo alcuna cosa migliore; e vo a dar effetto a quanto ho promesso. CINTIA. Ed io a trovar Erasto, ché veggendolo sento qualche alleggiamento degli miei infortuni.

Lasciamolo entrare in casa e veggiamo che effetto fará; perché non può egli scapparne dalle mani, e quel che volete far ora lo potrete far sempre che volete. CRICCA. Vignarolo, giá s'apre la porta della casa di Guglielmo. Non vedi la tua innamorata Armellina e la sua figlia? orsú, entra in casa.

Orsú, lasciate l'odio e lo sdegno da parte, ascoltate le mie ragioni, che vedrete che non ha amor cosa piú soave piú degna di me. Dite, di grazia, che cosa è amore?