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Aggiornato: 23 giugno 2025
VIGNAROLO. Se tu dici piú simili parole, ti batterò con una pertica come si battono le noci. Che asinitá! se siamo duo, io e tu, come siamo un solo? GUGLIELMO. Almeno dimmi se io sia diventato te e tu me. VIGNAROLO. E pur lá! taci e fai meglio per te. GUGLIELMO. Puoi far tu che non sia quel che sono? e non sia Guglielmo? VIGNAROLO. Orsú, togli, Guglielmo; ricevi, Guglielmo!
Però è da creder che Lidio, qui, sie còlto in iscambio per un altro, come oggi ha fatto la sua serva: per il che è necessario che tu, a cautela, dica a Fulvia, per parte dello spirto, che di cosa passata non parli mai piú; perché il fatto potria scoprirsi e gran scandalo riuscirne. Avvertisci bene. RUFFO. Ben notasti; saviamente ricordi. Cosí farò. Orsú! Qui non è da dire altro. A' fatti.
Finito l'appello, messi gli uomini per due, Sennacheribbo gli si rivolse e disse: O splendida meteora, Eccoci pronti! Orsù, Dacci il segnale, muòviti Non indugiam di più. Per vie battute e impèrvie Selve, di su, di giù, Donna Rosmunda guidaci A trar d'affanno tu!
ERASTO. Orsú, poiché sei cosí disposto di ucciderti meco, per esser noi stati tanto tempo prima amici insieme, abbracciamoci e baciamoci, e dopo ripigliamo l'armi e feriamoci. CINTIA. Mi contento d'ogni tuo contento. ERASTO. Lasciate l'armi; ecco lascio le mie. CINTIA. Io ho lasciate le mie.
Sono uomo da sentir l'amicizia io?... Quindi volgendosi al segretario: Orsù che faccia hanno costoro? che abiti? parla su; dalla soprascritta ho uso d'indovinare il contenuto delle lettere. Vostra signoria eccellentissima.... Stolido! da quando in qua ti ribollono per la mente i titoli?
Ho raccomandato l'anima al diavolo mio patrono e ciò basta. Orsù, guardati, che il fratello della tua Elenka incomincia. L'arabo lo guardò cupamente. In guardia, Notis, diss'egli. Una donna non sta più fra noi! Quasi nel medesimo istante le due scimitarre s'incrociarono con uno stridore rapido e duro.
Qui? Qui. Qui, padre mio, fra tanti armati? Qui, non monta... Affrettati Pierio! Oh Dio mio... mi fa paura il sangue! Pierio, Pierio, hai giurato! Maledetto giuramento... qui, in un forte!? Qui, è l'onor di Zelmira... Oh Zelmira! È l'onor della sorella... orsù... lo voglio... hai giurato!
CAPITANO. Ci ho portata una gran mercanzia di legne; e se le cerchi, te ne darò a buon mercato quante ne cerchi. MANGONE. Orsú, vieni innanzi al Reggente. CAPITANO. Tu cerchi briga e n'arai. MANGONE. Se non vieni di bona voglia, ti strascinarò a forza. CAPITANO. Dubito che lo strascinato sarai tu.
ERASTO. Orsú, andiamo a casa, non tardiamo a dar cotal contentezza a mio padre, che con somma allegrezza vi sta aspettando. CINTIA. E come? vostro padre sa alcuna cosa di questo fatto? ERASTO. La balia ha discoperti al vostro e al mio padre gli amori nostri, e di commun consentimento giá sète stata confirmata mia sposa. Ma voi come non parlate?
GIACOCO. Orsú, pozza essere alla bon'ora. GIACOMINO. O giorno felicissimo e chiaro, che sei nato da cosí oscura e infelicissima notte!
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