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FILENO. Se non fosse per non far qui romor, ti caverei quell'arme tutte e ti concerei in modo che ti ricorderesti, manigoldo, sempre di questa sera. TIMARO. Orsú! Sta' fermo; lasciami star. Lo saperá il padron, veh! Eccolo. FILENO. Corri ! Tien quella scala. Buon pro ti faccia. CRISAULO. Pian! Senza romore. Timaro, va', corri ora e trova Artemona.

Voglio crederlo, ma dite piuttosto che la vostra eccessiva modestia.... Ma orsù voglio dirla io questa magna parola; la mia et

E l'adolescente cominciò in questo modo a cantare: Prodi, orsù; per la terra natia Il bel della gloria spuntò. Contro noi la tirannide ria Lo stendardo sanguigno levò. Udite voi? L'empie coorti Van ruggendo per l'arso terren; Vengono, vengono, sul vostro sen A sgozzarvi figliuoli e consorti. All'armi, cittadini Stretti a drappel moviam! Corriam, d'un sangue vil Que' solchi abbeveriam!

«Il bel sesso, ed i furbi tuoi pari me ne divorano la maggior parte. Orsù, ripetimi l'intelligenza che hai fatta colla ragazza.

SINESIO. Orsú, vengane con lui a casa mia, perché ho ammogliato Erasto e tutta la casa è piena di allegrezza, e faremo al fratello e alla sorella una festa commune. PEDOFILO. Non mi donarete tanto tempo che si faccia le vesti da maschio, perché non ha se non vesti da donna?

FESSENIO. Sei desso, ; e sei anche maschio. LIDIO maschio. Io voglio, or ora, andar dove sai. FESSENIO. Orsú! Vanne a Fulvia, va', mercatante di campagna; che darai olio e piglierai denari. LIDIO femina. Or be': che di' tu? FESSENIO. Se cosa fatto o detto t'ho che dispiaciuta ti sia, perdonami; ché or m'accorgo che per il padron mio ti presi in scambio. LIDIO femina. Chi è il padron tuo?

Cecilia gli lanciò un'occhiatina in cui c'era un fondo d'inconscia civetteria; poi, atteggiandosi a donna di proposito: Orsù, disse, facciamo da gente soda il resto del cammino. Ella passò di nuovo il braccio sotto a quello del suo cavaliere e gli si strinse addosso quanto più era possibile. Così sarò al coperto con tutta la persona, ella disse.

FRONESIA. Io te l'ho detto sempre che non bisogna fare in lor disegno mai di fermezza; ché son fatti appunto come le foglie e, con modi e parole e, come dicon, con lor servitú, trattengon tutte. E, s'avesser con mille commoditá, tutte gli son padrone; tutte li fan morir. Poi, vedi, al fine, i portamenti lor mostran l'amore e il lor poco cervello. LÚCIA. Orsú, Fronesia!

PIRINO. Egli vi ama tanto che, per far libera voi, s'è fatto servo e, per ricomprar voi, s'ha fatto vender per ischiavo e, per rischiarar gli oscuri nuvoli de' vostri affanni, s'è fatto piú oscuro dell'istessa oscuritá. MELITEA. Io non t'intendo. PIRINO. L'intenderete poi. Ma or vo' scoprirvi tutte le cose che son passate ne' vostri amori. MELITEA. Orsú, di' via.

« Orsù, vediamo un poco... Qui sotto ci dev'essere una qualche ragione, ed io non sarò malcontento di saperla. « signore, la ragione c'è: una ragione che mi rende la vita del signor Pannini più sacra di qualunque altra, ma questa ragione è un segreto, ed io non lo posso dire a nessuno, nemmanco a lei. «La faccia del colonnello s'imbrunì minacciosamente.