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Un organetto si fermò in piazza Monte di Dio, a suonare, con un metro largo, con un tempo largo, una canzonetta assai allegra, la quale così diventava bizzarramente triste; Massimo s'impazientì contro quel sentimentale o stanco suonatore di organino, che mutava una tarantella in marcia funebre.

Qualche giogo più acuminato usciva dalle altre vette, in un vestito roseo, allegro come quello d'una fanciulletta il giorno di Pasqua, sotto un cielo chiaro chiaro; e scendendo a poco a poco lungo la schiena dei monti, dopo il verde giallo dei pascoli rasi, vedevi il verde bruno dei castani, poi sterratelli bianchi di campi seminati a saraceno, poi ancora i colori vivaci dei giardini e il bianco delle villette, che scappavano innanzi al battello, dolci dolci, come le cartine in un organetto a manubrio.

Udiamo quale, Imprestatemi il vostro organetto, e questa sera andrò io a suonare dinanzi i caffè e le osterie. Met

Ma ecco che si sente il suono d'un organetto, di quella fisarmonica che è l'istrumento prediletto dei nostri contadini; molti fanno cerchio, qualcuno balla. Una donna singhiozza. Le camerate sono silenziose. cercano rifugio i solitarî: coloro che vogliono nascondere il dolore.

Procolo mandò a chiamare il vecchio Martino, il quale arrivò trascinando il suo organetto mezzo sconquassato e difeso da tela verde. Egli si mise davanti alla porta e cominciò a far girare il manubrio mentre le note scappavano fuori dello stromento come stridi, andando in su ed in giù, a destra e sinistra, scordate, aspre, matte; grattavano le orecchi.

Cantastorie e figurinai giravano pei villaggi celebrando la magnificenza dell'impero; e riportava dovunque un gran successo la poesia sublime di quella canzone da organetto, che dobbiamo alla musa di Emilio Girardin: Si vous voulez un bon, Prenez Napoléon!

e gioie ùmili e sante, e case dai lindi balconi pieni di vento, pieni di gaie ridenti canzoni. E tu, tu, vecchia porta, travolta ne l’ampia ruina, vedrai la prima volta, cadendo, la luce divina: coi palpiti di marzo che sveglian le fresche viole, respirerai, morendo, la gloria feconda del sole. Amo le tue canzoni, o vecchio organetto scordato, da un monco veterano per ùmili strade guidato.

Nella sala, ove regnava il più profondo silenzio, si sarebbe sentito alitare una mosca. Ma ad un tratto, il silenzio fu turbato dai suoni di un organetto. Una specie di zingaro, che la polizia tollerava pe' misteriosi servigi da lui resi, passava nella via de' Librai, suonando un'arietta popolarissima.

Dalla via saliva il suono di un organetto che mandava nell'aria le note di una mazurka. Nella stanza soffiava la morte. Ella aprì gli occhi. Perchè hai spento il lume, Pietro? Dio! non vede più il lume! mi muore, dunque, pensò lui.

Pulce, cimice, mosca, campana, organetto, pedagogo, pettegolo, importuno perpetuo; il marito brontolone è più che un malefizio, è una sventura: più che una sventura è una disperazione.... Egli è il fumo vivente, è il fumo eterno, che ci promette il fuoco dell'inferno domestico.