Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 1 giugno 2025
Due giorni dopo, il 4 settembre, era la fiera al Palazzo presso Travale, e Olivo Pina vi andò per accordi presi col Guelfi, a riportare a voce le diverse particolarit
Brevi furono gli accordi presi fra il Generale, l'Azzarrini, Giccamo e Olivo Pina. L'Azzarrini sarebbe fra le 9 e le 10 in vista di Cala Martina, riconosciuta come luogo più adatto all'imbarco. Giccamo ricondurrebbe l'Azzarrini a Follonica, e anderebbe a raggiungere in luogo detto «Meleta» il drappello che si muoverebbe dalla casa Guelfi per raggiungere Cala Martina.
Fino ad ora il drappello aveva percorsi sentieri malagevoli, ma pervii, e tali da permettere il passaggio di un uomo; ma qui finiva ogni traccia di strada, e Olivo Pina si soffermò e disse: «Ora bisogna abbandonare la viottola, e traversare la macchia,» e accennò a destra.
Diremo ora della gita di Angiolo Guelfi in Maremma, ma a spiegazione dei timori del Serafini, e del rifiuto del Guelfi a portare seco i due profughi, accenneremo come pochi giorni avanti, mentre attendeva esso nel piano di Scarlino alla direzione della sua azienda, venne a trovarlo Olivo Pina, quello stesso che vedremo poi accompagnare Garibaldi al mare, e gli disse come essendo andato per affari suoi a Massa Marittima, aveva incontrato Giovanni Fabbri e Giuseppe Lapini ambedue autorevoli ed onesti cittadini, ma non malevisi dal restaurato governo lorenese, i quali, come amici di Angiolo Guelfi, cercavano appunto occasione segreta e sicura per fargli sapere che non si presentasse nè a Massa nè a Scarlino, perchè era a loro certa cognizione, avere le autorit
Arrivammo finalmente a un villaggio, Karia-el-Abbassi, formato dalla casa del Governatore, e da un gruppo di capanne e di casupole ombreggiate da qualche fico e da qualche olivo selvatico. Il Governatore ci offerse di riposare in casa sua: la carovana tirò innanzi fino al luogo designato per l'accampamento.
E questo ramo di agricoltura esige, oltre al lavoro e alla vigilanza, grandi tesori di pazienza e di tempo, poichè un olivo non è produttivo che verso i sei o sett'anni.
Una giovine romea per quei verdi poggi va: altra mai sí casta e bella non fu vista viaggiar. Le scendea lunga la gonna sovra l'erbe della via; giú calato un cappellino i begli occhi le copría. Lei seguiva un cavaliere, la seguiva a fin di mal; ma per quanto si affrettasse, non potevala arrivar. A un olivo, presso un eremo, dopo tanto la fermò: essa allora a quella pianta benedetta si appoggiò.
Olivo Pina scorterebbe insieme ai compagni i due profughi attraverso il piano di Scarlino per un itinerario tracciato fino a raggiungere a Meleta le boscaglie che allora vi esistevano, e a traverso a queste farebbe raggiungere il punto stabilito.
Andò così fino a uno dei capi del paese dove tra le molte botteguccie del solito olivo lavorato e del solito corallo di Napoli svolazzava sopra una tenda rossa la scritta in grandi parole bianche: Pasticceria Omoboni.
Si rivolse commosso ai tre Scarlinesi che lo stavano ammirando, e disse loro: «Non vi è nulla che possa ricompensare ciò che ho ricevuto da voi, ma spero di ritrovarvi a tempi migliori.» Rispose Olivo Pina, commosso egli pure, e a nome di tutti: «Un pizzo della vostra pezzuola basta a ciascuno di noi lo lasceremo come ricordo ai nostri figliuoli; avevamo per unico scopo salvarvi e conservarvi all'Italia, e volentieri veniamo con voi fino a Genova, se lo volete.» Assentirono gli altri due, e il Carmagnini insisteva sulla proposta di accompagnarlo, ma il Generale riprese: «No, nel mare non temo alcuno: ci rivedremo.» Potenza singolare di quell'uomo che, se lo avesse voluto, avrebbe fatto quattro marinari di quei giovani incontrati poche ore fa, e che non avevano mai veduto il mare se non dalla costa.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca