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Allor non più di minaccevol canto L'aer turbava sanguinosa tromba, Ma con pensier di penitenza e pianto Tutti adorar la sacrosanta tomba. vinser quegli Eroi, del cui gran vanto chiara la memoria anco rimbomba; Ma pure Europa neghittosa or gode In gran letargo e 'l rimbombar non ode.

88 Lo scritto d'oro esser costei dichiara Lucrezia Bentivoglia; e fra le lode pone di lei, che 'l duca di Ferrara d'esserle padre si rallegra e gode. Di costei canta con soave e chiara voce un Camil che 'l Reno e Felsina ode con tanta attenzion, tanto stupore, con quanta Anfriso udì gi

Appena entrati nel macello, come il visitatore si va accostando allo scannatoio, ode un rapido succedersi di colpi sordi, i quali danno la precisa idea di una gran quantit

E, percioché essa non cura di distinguere il vero dal falso, è contenta di rapportare ciò che ella ode.

Or cantarti m'è dolce, o Vivïana. Splendimi ne la chiara ode, vestita de la tunica verde e redimita d'argentei fiori, in calma sovrumana tenendo un giglio tra le ceree dita! L'Asïatico gi

Donato esce dalla sua camera, porge l'orecchio nel corridoio, non ode alcun rumore, rientra, afferra una rivoltella, la guarda, poi lascia cadere il braccio lungo il fianco, ascolta ancora... Nessuna voce lo trattiene; ha paura di stesso, fugge, scende le scale, esce all'aperto coll'arma in pugno, e si caccia in un viale che mena al boschetto.

Ella doveva ora riconoscere che l'illusione di redimere un'anima e la fiducia di fare del bene erano stati semplici pretesti: che nell'amor loro, che in tutti gli amori, che in tutta la vita nessun'altra voce si ode fuorchè quella degli infimi istinti.

Ma il buco della toppa si oscura; forse qualcuno guarda... Donato si tira indietro quanto può, senza far rumore, per non esser visto; ma ode nuove ciancie, rumore di passi sul pianerottolo, giù per le scale, poi più nulla.

Lo animale ragionevole, lo quale per vivere o soperstizioso o lascivamente, ovvero che per falsa dottrina avvezzato e abituato non piú sente lo errore suo, ma cieco ed oblivioso nel grembo de la regina de' peccati e difetti, che è la ignoranzia, sede e dorme, costui non pur di bestia peggiore, ma un'ombra, anzi uno niente si chiamare, come quello che non ode, non sente, non vede, non tocca piú di se stesso lo essere.

Elena sorreggendo la figlia non può seguitare Manfredi co' passi, lo segue con un grido; solo Manfredino corre dietro le poste paterne chiamando: «O padre mio, padre mio! ritornerai staseraFanciulletto infelice! ode prima dei passi distinti, poi rumore confuso, alla fine più nulla; ritorna piangente con le mani entro i capelli, e lamenta per via: «Il padre è sparito, sparito, e non mi ha promesso di ritornare stasera