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Aggiornato: 25 maggio 2025


Per due giorni fu lasciato in pace; ma il 30 siamo alle solite, e chi torna a insistere è il Notary. Questa volta fa capo al Guerrazzi, a cui telegrafa: «Ieri sera , con la scusa degli Elbani , spiacevoli fatti; sortita della truppa a fraternizzare; qualche cristallo rotto. Questo è tutto il danno reale, ma il danno morale è maggiore. Io ero al teatro con Garibaldi; non potei reprimere. Grandi ovazioni a Garibaldi. Subito che si può, vi prego pensare per lui. Dite se lo volete cost

La stessa mattina de' 3 l'Isolani telegrafava al Guerrazzi: «Col secondo treno è partito per Firenze Garibaldi con i suoi uomini. Sommano a novanta. Sono armati. Petracchi ha consegnato loro i fucili». Il Notary, parecchie ore dopo, inviava questo telegramma al Montanelli: «Garibaldi pranza da te. Avvertilo che la sua consorte è partita con l'ultimo treno.

Di a poco ecco che capita a Garibaldi una staffetta da Genova, che gli reca queste notizie: «Pepe uscí di Venezia, batté gli Austriaci, riprese Mestre, 400 prigionieri e 4 cannoni. Per tutta Venezia si suona a stormo. I nostri sulle vie di Treviso. La Valtellina e tutta la Lombardia insorta». Che il Pepe avesse fatto una sortita da Venezia, e con lieta fortuna, era vero; il resto, in grandissima parte, fandonie. Ma in quei giorni chi piú le sballava grosse, piú trovava fede. Infatti, per darne qualche esempio, Piero Gironi scriveva da Lugano il 29 ottobre al Notary: «Insurrezione in Valtellina bene sviluppata. Vi sono molte colonne che marciano su Bergamo. Queste notizie sono ufficiali. Questa sera entriamo in Italia con D'Apice, che si metter

Venne deciso che in quello stesso giorno Garibaldi sarebbe andato a Firenze per trattare a voce col Ministero; ma sul piú bello capita a Livorno il Castellani, incaricato d'affari di Venezia. E Garibaldi, muta a un tratto proposito, e comincia a vagheggiare il pensiero d'offrire la sua spada alla Regina dell'Adriatico. Il Notary, piú che mai indispettito, ne avvisa il Guerrazzi. «L'arrivo qui del Castellani», telegrafa, «sospende la gita costí di Garibaldi. Questa sera, vedrete che ci sar

Garibaldi, risoluto che ebbe di fermarsi, andò a stare in casa di Carlo Notary, dove gi

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