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Aggiornato: 23 maggio 2025


.... Or tu sei pura come il fil di luna che di silenzio il tuo lettuccio fascia: tu sbocci dalla vita che ti lascia siccome fronda dalla scorza bruna: i tuoi occhi socchiusi hanno tra i cigli un sogno d’alba che per vie di cielo salga, spargendo rose senza stelo frammiste a nivei calici di gigli: e in pace arridi alla tua morte bella, tu fra le braccia mie, tu consolata dalla mia passïone, o Innominata che nel nome di Dio mi sei sorella.

La facciata della casa era livida. Il vecchio rosaio che, pur indugiandosi ad avviluppar l'inferriata a pianterreno sull'angolo di ponente, saliva, carico di rose, fino a sfiorar con le ultime rame tenere un davanzale dell'ultimo piano, era sbattuto e sconvolto. Le rose, spampanate e quasi distrutte, portavan fra i petali arrovesciati ancora qualche segreta lagrima. All'altro angolo il mandorlo, spogliato de' suoi fiori, spenzolava mesto un grosso ramo spezzato. I nivei fiori, parte giacevan disseminati appiè dell'albero, parte lunghesso la balaustrata, e parte si cullavan, co' petali delle rose, in mezzo alle pozzette d'acqua che brillavan sul terrazzo qua e l

Appressatosi al sepolcro per comporre in un solo pensiero le tutelari imagini della morta e della lontana, i suoi occhi furono percossi da un bagliore. Sul muro funerario, accanto agli scheletri delle ghirlande votive che era venuto altre volte ad appendervi, una grande corona candida abbagliava come un'aureola. Non era intessuta di fiori, ma di bianche stoffe e di fili d'argento: una mano sapiente aveva piegato il raso bianco, i merletti bianchi, i veli bianchi, in modo da raffigurare petali nivei e foglie spumose. La sua confusione dinanzi a quel voto durò un attimo; per un attimo, pensando che nessuno al mondo fuorchè egli stesso aveva amato la morta, lo stupore, l'ignoranza dell'affetto dal quale veniva quel voto lo lasciarono perplesso e ansioso. Comprese come alla luce d'un lampo. Certo che nessuno fuorchè la creatura d'amore era potuto venire ad appendere quella corona votiva, le lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi, inesauribili. Beatrice secreta, consolatrice pietosa, egli la riconosceva al pensiero d'amore che l'aveva nascostamente guidata dinanzi a quella lapide, al pensiero d'amore che le aveva fatto intrecciare quella ghirlanda. Le ossa della sorella morta avevano dovuto tremare, quando la pietosa mano aveva appeso la bianca ghirlanda! Tremando egli piangeva di gioia secreta, di gratitudine effusa, di timida speranza. Egli dunque viveva nella memoria, nel cuore di lei! Quando ancora chiedeva a stesso quali ricordi aveva lasciati alla lontana, quando dubitava d'esser rammentato da lei, ella aveva sposato la sua religione del sepolcro! Fissando lo sguardo velato alla corona luminosa pareva a lui che per un nuovo prodigio la sorella morta esprimesse i sentimenti dai quali egli era invaso; come oltre lo spazio ed il tempo il pensiero della lontana arrivava fino a lui, così oltre la vita l'anima della sorella parlava, ripeteva il consiglio che egli aveva udito altra volta: «Ama e vivi, credi e vivi, spera e viviPresentendo di adunare in uno stesso quadro le imagini belle, egli le vedeva tenersi per mano, venirgli incontro raggianti. La lontana aveva tratto dal sepolcro la morta; i due fantasmi vivevano d'una stessa vita sovrumana, intangibile. Ma sopra la meraviglia beata e l'estasi trepida e la grata fede, un sentimento di secreta ambascia gli stringeva il cuore pensando che nessuna parola mai avrebbe potuto significare alla creatura vivente l'impeto di devozione, il bisogno di genuflessione che lo piegavano. Prendere genuflesso la mano di lei, baciare la mano che aveva intessuta la corona virginea, ciò solo egli poteva. Ma gli sarebbe bastato? Tutte le cose dolci che s'agitavano in lui non lo avrebbero soffocato? E al pensiero d'amor puro dal quale era stata guidata dinanzi a quella tomba avrebbe egli risposto confessando un amore esigente, un lesivo amore? Non voleva egli ora averla per , tutta, ora che la sapeva sua nella fraternit

E tu indolentemente venivi verso di noi, o Mare sensuale, fresco, verde, coperto di schiuma, simile a donna seminuda fra bianchi merletti che ad asciugarsi venisse i nivei piedi sulla sabbia fine. Trepidando di collera facevi il broncio al Tramonto, pigro amante che s'indugia a carezzarti e che t'imbelletta le guance!

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