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Aggiornato: 2 giugno 2025
Comunque sia, un di noi rispose con una lieve impertinenza, e l'altro con una meno lieve, e poi con un'ironia, e con un'altra ironia, e infine Nina colle lagrime agli occhi ed io col cuore gonfio. Un'altra volta lo stesso esordio ci portò alla stessa conclusione, ed un'altra più in l
Per grazia di Dio, no; Nina è sana come un pesce... ma... Ma che cosa? Lei non ha visto mai tutta la mia Nina? Giusto non l'aveva vista mai nemmanco mezza. E se la mamma permetteva... La notaia si levò di scatto, disse a quello che a lei sembrava l'ombra di un genero, di aspettare un momentino e se ne andò nella camera della sua figliuola.
Nina Vannucci Nina Vannucci Vannucci Nina Vannucci Siede al suo posto. Scrolla il capo. Si passa una mano sulla fronte. VANNUCCI, FERDINANDO e NINA. Ferdinando Signor Vannucci! Vannucci Ohè, chi mi chiama con tanta furia? Ferdinando Signor Vannucci! Presto presto, aprite, chè la Nina è svenuta! Vannucci Nina? Nina? Vannucci L
Cercavo d'indovinare quale dei due dovesse ritornare primo al letto coniugale... Quale? Concetta senza dubbio. In quella appunto udii un fruscio di abiti, mi alzai, mi volsi... e mi trovai faccia a faccia colla signora Nina, la giovane vedova del terzo piano.
Il giorno seguente, Cristoforo Colombo chiamò a consiglio gli ufficiali della spedizione e i piloti delle due marinaresche, della Santa Maria naufragata, e della Nina superstite.
Le donnette volevan quasi far credere che il dottore mirasse ad avvelenare Malgoni colla digitale o a corroderne la vita coi deprimenti. Questa calunnia, messa fuori colla solita sventatezza delle teste piccine, non fu senza conseguenza per una fantasia riscaldata come la mia; la malinconia, il pallore e le lagrime della povera siora Nina non erano per se un terribile capo d'accusa?
Mi batteva il cuore forte; gli atti di Nina esprimevano una disgrazia. Che era dunque avvenuto nella mia assenza? Di nuovo carezze di baci e di parole, e cento interrogazioni paurose e finalmente un altro singhiozzo più forte: «È morta! Chi? Concetta, la povera Concetta!
E siccome Nina non voleva dir nulla, ma cominciava ad asciugare le lagrime vergognando d'essere stata debole, l'artista proseguì abbassando la voce per renderla più insinuante e dare alle proprie parole la dolcezza dell'intimit
La Nina, una povera servetta senza esperienza, còlta di sorpresa, nella sua suggestione, nella sua paura, al buio, di notte, accanto al marito quasi morente, dominata dalla forza d'una passione brutale e poi spaventata dal sofisma del fallo compiuto, dopo essere stata vittima, si credette quasi complice del tradimento. E tacque e simulò.
Ritornando a casa col cuore mesto, ma d'una mestizia dolce che mi faceva bene, non volli dire nulla alla mia compagna. La quale seppe la cosa da altri alla mia presenza, e come fummo soli mi si strinse paurosamente al petto... «Carlo! Nina! Levò gli occhi come per leggermi nel pensiero, e mormorò lentamente queste parole: «Anche noi, non è vero?» ... Un uomo felice! E contento del proprio stato?
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