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Allora la chiamava con cento nomi diversi, pina... nina... tina... etta... nanina... e la bimba rideva come un angelo. La nostra felicit

E anzi, se foste un direttore coi fiocchi, uno di quelli buoni, ci andreste voi a parlare col babbo mio e con la mamma di Nina. Vannucci Ma come?! È ufficio d’un direttore di scuola, questo? Nina (con umilt

Finì che, morto Malgoni e venuto al mondo, sei mesi dopo il funerale, un bel maschietto, la povera Nina trovò ancora della sua convenienza di andare a Venezia e d'acconciarsi in casa del suo nuovo padrone e tiranno; il quale qualche tempo dopo trovò della sua convenienza anche lui di sposare la vedova e tirarsi in casa quel po' di ben di Dio che Malgoni le aveva lasciato sul testamento.

La signora Nina non mi conosceva, ma io conoscevo benissimo la signora Nina; molte volte, dalla mia finestra posta sopra la sua, avevo studiato a memoria il colore dei suoi capelli sperando invano che ella mi desse occasione di apprendere il colore delle sue pupille; una volta l'avevo posta in fuga tossendo, e d'allora in poi non avevo mai più tossito alla finestra.

Tutti quelli che si erano innamorati di te non ti piacevano e non gli hai voluti nemmeno vedere; non bisogna far così; fra tanti uno avrebbe potuto sposarti, col tuo difetto invece gli hai respinti tutti. Nina alzò gli occhi a guardare la mamma, e fece un no melanconico col capo.

Assolutamente la vedova non voleva rispondere; crollò il capo e si die' a frugare impaziente nelle ceneri. Tacqui. «Quante ore sono? mi chiese avvedendosi che il suo silenzio mi offendeva. Le quattro. È tardi; bisogna che me ne vada; ritornerò... Mancano veramente tredici minuti alle quattro... La signora Nina sorrise e non se ne andò. Io non comprendeva perchè, ma il cuore scampanava a festa...

La siora Nina era in una continua trepidazione davanti a un omo de tanto riguardo, molto più che Malgoni, indulgente su molte cose, diventava ancor il paron terribile, quando si trattava d'invitare a pranzo l'illustre Franzon.

E devo consegnarla ancora? Legga. Giusto lesse in silenzio. Nina scriveva che dalle visite frequenti e lunghe aveva avuto tutto l'agio d'intendere che Gerolamo non potrebbe mai dare la felicit

Ora quelle manine candide, che avevo visto battere la solfa sul davanzale, tenevano le molle innanzi al camino, e quel volto, che era quasi tuttavia un mistero per me, mi si mostrava aperto. Ah! la signora Nina era bella, o almeno mi piaceva tanto! Vedendo che mi stavo ritto, mi fe' un cenno cortese; sedetti; aspettammo alcuni momenti in silenzio; nessuno veniva.