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Aggiornato: 2 maggio 2025


Pensarono, che i condannati fermi al niego sul punto della denuncia, si potevano almeno, in quell'estrema angoscia della prolungata agonia, costringere a umilianti ritrattazioni, a forzate dimostrazioni di pentimento.

Risolviamla pur qui. Celi celorum altro non è, secondo il mio giudizio, che 'l mangiar bene e il ber solennemente. Non niego giá che il far quella faccenda non mandi altrui piú che mona luna. Tamen un pasto buon pontificale mi la vita.

«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

Io so che quella strega ha tutte le virtú cardinalesche e l'arti liberali. Mi ricorda, quand'entro in quella casa, de l'inferno, a quel ch'ivi si vede. CRISAULO. Che dirai? T'intendo ben. Sei stato fino a sera , con qualche carogna che ha per casa, ed or vuoi far la scusa. FILENO. Io non lo niego. Ma non son giá carogne; ché, a la fede, c'è di bei visi. CRISAULO. Tanto avestú fiato.

Questo medesimo t'adimando cordialmente per ogni creatura che ha in ragione, e in comune e in particulare e per lo corpo mistico della sancta Chiesa. Io confesso, e non lo niego, che tu m'amasti prima che io fusse, e che tu m'ami ineffabilemente come pazzo della tua creatura. O Trinitá etterna! O Deitá, la quale Deitá, natura tua divina, fece valere el prezzo del sangue del tuo Figliuolo!

Non ti niego che non ve nne siano delle cattive; ma in tanto numero ch'è!... Ma par che voglia el destino che de quella sola ribalda che è al mondo cento scrittori ne parlino come se loro mancassi altra materia da scrivere.

VIGNAROLO. Che tradimento vi feci io mai? PANDOLFO. Lo nieghi ora, furfante? VIGNAROLO. Lo niego, perché non feci mai tradimento. PANDOLFO. Or finge il balordo, perché con far il balordo mi hai sempre ingannato. VIGNAROLO. Non fingo il balordo inganno, è mio officio a voi si conviene. PANDOLFO. Or me inganni e burli piú che mai. VIGNAROLO. Non vi burlo, volendo potrei farlo.

<<S'ei posson dentro da quelle faville parlar>>, diss'io, <<maestro, assai ten priego e ripriego, che 'l priego vaglia mille, che non mi facci de l'attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver' lei mi piego!>>. Ed elli a me: <<La tua preghiera e` degna di molta loda, e io pero` l'accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

CLERIA. Io non niego che non me vi abbi donata e che non sia tutta vostra; ma in quel solo che può apportar biasmo e disonore al nostro commune amore, mi sottraggo dal vostro imperio: e in quello mi prestiate per un poco a me stessa, e poi subito torno ad esser vostra piú che era prima. ESSANDRO. La donazione fu libera e senza queste eccettuazioni: vi dovevate pensar prima che donarmevi.

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