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Aggiornato: 14 giugno 2025
Un sorriso di scherno sfiorò le sue labbra. Con Tigellino! Godesse pure! Egli, l'immortale, fingeva di non vedere, di ignorare. Ma sarebbe venuto il suo giorno! Era venuto per Messalina, sua madre: sarebbe venuto anche per loro. Giove Nerone risparmiava i suoi fulmini; ma guai quando li lanciava! Guai a colui che ne veniva colpito!
Ma che veggio? mentr'io son presa a scherno, tacito, e dubbio, e inulto, stai tu appresso alla cagion d'ogni tuo danno? In vero, signor del mondo egli è Nerone! il volgo pur la sua donna a lui prefigge. OTTAV. Hai sola tu di Nerone il core: omai, che temi? Io prigioniera vile, io son l'ostaggio della ondeggiante fe d'audace plebe.
Sire, farete voi questo? e facendolo, riescirete? e per quanto? E' vi son uomini, Sire, che han giurato di non riposarsi che nel sepolcro, o nella vittoria. Li spegnerete voi tutti? Soffocherete colle bajonette i moti popolari, ch'essi vi susciteranno? Sire! il voto di Nerone tradiva l'impotenza della tirannide. Il sangue vuol sangue. Ogni vittima frutta il vendicatore.
Della persona e dei costumi di lui parmi aver detto abbastanza: più tardi m'ingegnerò esporre uno studio psicologico intorno a questo prodigioso personaggio. Il Conte la sera precedente erasi ritirato di buon'ora nelle sue stanze, insalutati moglie e figliuoli. A Marzio, che gli profferiva i consueti uffici, aveva risposto: Va' via: mi basta Nerone. Nerone era un cane enorme di mole e di ferocia.
Nerone un giorno fece mettere fuoco a Roma per godere lo spettacolo dell'incendio dall'alto del suo Belvedere. Il sito adunque ove Marco Lucullo edificò il suo castello era lo stesso in cui noi lasciammo la nostra Clelia coi compagni e forse alcuna fra le quercìe che ne adornavano il parco ricordavasi del figlio di quel vincitore dell'Asia .
Era sbiancato nel volto di un pallor animato. L'arricciatura dei capelli nerissimi, un'arricciatura originale, non da bambino Gesù, ma da Nerone, gli dava un'aria di Dio antico. L'occhio lionato, dallo sguardo audace, smentiva talvolta la dolcezza dei tratti, la mollezza dei lineamenti. Più che bello era seducente. Simili uomini esistono e piacciono moltissimo alle donne.
Debole, ghiotto, donnaiuolo, governarono per lui donne e liberti, Agrippina, Messalina, Pallante, Narciso, nomi infami. Regnò tredici anni, morí di veleno datogli per affrettare la successione a Nerone genero di lui. Questi era giovane di diciassette anni, pur esso di speranze, allievo di Seneca filosofo. Diventò crudele per paura.
Si ammirò nello specchio; si fece portare un cannocchiale, cercò, guardò Egloge fra le quinte.... si sdraiò al parapetto, sorrise a Nerone che appena entrato in iscena lo aveva cercato coll'occhio.... poi chinò sul petto il grosso testone e, taffete, si addormentò. Pietro Laner era infelicissimo.
Iniqui voti intanto fare a tua posta puoi; spera, desia; giá giá si appressa anco il tuo dí. SENECA Lo aspetto. NER. E tu, fia questo il tuo trionfo estremo, godine pur; che breve... OTTAV. Il dí, ma tardo, anco verrá, che Ottavia a te fia nota. POPPEA Dimmi, o Nerone: al fianco tuo m'hai posto sul trono tu, perch'io bersaglio fossi alla insolenza del tuo popol vile?
E chiuso il pugno, abbassò il braccio con quanto aveva di forza: caso volle che colpisse in mezzo alla fronte Nerone, il quale col muso levato e gli occhi pronti seguitava i moti del suo signore. Il cane diè un balzo di furore, poi irruppe contro la porta, ne spalancò le imposte, e fuggì via sbuffando.
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