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Aggiornato: 2 maggio 2025


Nullo, perdutamente innamorato della Lina da lui conosciuta nelle natíe ed alpestri valli supplicava invano il comando dei Mille, di lasciarlo andare in compagnia della bella coppia. E P... non meno di lui invaghito della Marzia manifestava lo stesso proponimento. Alla vigilia di serii combattimenti però, non si volle privare il corpo di due valorosi ufficiali.

Era un quadro di carattere prettamente romano, se non che la piazza attorno alla chiesa, ombreggiata da grandi alberi, non aveva affatto aspetto romano, meridionale, e mi ricordava piuttosto le chiese campestri delle care mie contrade natìe.

.... i cervi, a cui ne li occhi il fascino sta de le solitudini natie, sazî de 'l pascolo, su 'l limite scendono in torme a bevere. Disegno di ALESSANDRO MORANI. L'ANDR

L'anima langue e impicciolisce quando La ristringiam ne' quattro presenti: Nobil uopo ha di spargersi, abbracciando Avi e imperi e costumi e grandi eventi: Uopo ha di meditar, commiserando Coi nostri error quei delle scorse genti: Uopo ha d'uscir di sue natìe catene; Ogni tempo, ogni spazio le appartiene.

tu, dolce amor mio, saprai gli affanni De la bella Isolina? Io, quando i cari Giorni ripenso, che l'amor ne diede Tutti sparsi di luce, e la promessa, Che a l'incerto avvenir m'obbliga il petto; E il ciel rigido miro, e con le cento Ali del mio desir navigo il mare, Calar veggio dal ciel, sorger dai flutti Tanti negri fantasmi; un'infinita Pena, un'angoscia indefinita e nova S'apre ne l'ondeggiante anima, e a' mesti Casi pensando de la pia fanciulla, Tremo nel cor, chiamo il tuo nome, e piango. Giovinetta infelice! Un cheto e lieve Raggio di fuggitivo astro parea Nei passi suoi; fior di dolcezza ell'era Negli sguardi e nell'alma; ala odorata Di vespertino venticello estivo Somigliavan sue voci, e chiaro e santo Era l'amor, che le accendea la vita. Un giovinetto da la lunga chioma, Esile e mesto e tutto alma negli occhi, Era il dolce amor suo: povero ed egro Vaneggiator, che le natíe contrade E la terra dei suoi padri e le sante Braccia materne abbandonava; e il nero Vuoto d'amor, che gli s'apría nel petto, Empía d'inclite forme illuminate Da la fiamma de l'Arte. Un giorno, ei vide La belt

Ed i cervi, a cui ne li occhi il fascino sta de le solitudini natie, sazi de 'l pascolo, su 'l limite scendono in torme a bevere. Or le cervine imagini e le arboree tremano a 'l fondo in pendula corona: s'ode ne la pace il crépito de le lingue che lambono. E, poi che lievi l'aure sopra giungono, i mammiferi timidi ergono il muso ne l'inquietudine, grondanti da le fauci.

Parola Del Giorno

boraccini

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