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Napoleone non amava il Rousseau, e al conte di Girardin, che gli lodava il filosofo ginevrino come un uomo di rette intenzioni, rispose: «no, egli era un uomo cattivo; se non fosse stato per lui, la Francia non avrebbe avuta la rivoluzione». E siccome il Girardin non potè trattenere un sorriso, «volete dire, soggiunse Napoleone, che, senza la rivoluzione, la Francia non avrebbe avuto neanche me?

Il Cinque Maggio è il degno epilogo poetico di una grande epopea storica, tanto più grande e più eloquente in bocca d'un poeta che poteva, con fiero e legittimo orgoglio, quasi unico tra i poeti italiani e francesi del suo tempo, dirsi innanzi alla memoria di Napoleone Vergin di servo encomio, E di codardo oltraggio,

Napoleone desiderava, agognava lo scoppio della guerra. Se voleva serbare Roma al papa, era costretto a procurare almeno Venezia all'Italia. Perciò spingeva il temporeggiante Lamarmora a conchiudere l'alleanza guerresca con la Prussia. Ma la lega italo-prussiana doveva servire solamente come una leva per rovesciare nella guerra la corte prussiana, considerata sempre a Torino e a Parigi come una traccheggiante tuttora irresoluta. Raggiunto lo scopo, la Prussia non avrebbe più potuto tirarsi indietro, e allora l'Italia avrebbe dovuto ritrarsi immantinente dall'alleanza. Napoleone fu a parte del segreto quando l'Austria, poco prima che la guerra rompesse, cercò di spezzare la lega degli avversari con l'offerta della cessione di Venezia. Solo che egli voleva differire l'effettuazione di questo disegno a dopo l'inizio della guerra. Perciò la corte di Torino fin da principio scese in campo senza seria convinzione; giacché, quali si fossero gli eventi, si era sicuri di tenere il premio della vittoria. Dopo le prime avvisaglie in Italia, calcolava Napoleone, l'Austria avrebbe ceduto Venezia, e così avrebbe disimpegnata la sua armata meridionale pel conflitto con la Prussia. Rimasta la Prussia a terra, allora si sarebbe fatta avanti la Francia, sia come salvatrice, sia per aggiustarle il colpo di grazia, in qualunque caso con l'aspettativa di un bottino lauto e facile. Tali erano in sostanza le speranze di Napoleone. E ciò che stupisce di un tal disegno non è la perfidia, è la pietosa imbecillit

Lo Stoppani ci ha fatto noto che il verso del Cinque Maggio, ove si rappresenta il modo terribile, con cui il primo Napoleone poteva talora guardare: Chinati i rai fulminei,

Quando Carlo VII ritornò a Parigi e rovesciò il trono effimero di Enrico VI, egli riconobbe di essere in possesso del trono, pel valore de' suoi prodi e non per mezzo del principe-reggente d'Inghilterra. «Così io pure riconosco e riconoscerò a voi soli ed ai prodi dell'esercito il dovuto onore. Firmato: NAPOLEONE». Questi sono i proclami ch'ei scrisse nel mare d'Elba.

Molti esuli del partito d'azione avevano pubblicamente dichiarato che se la guerra fosse stata iniziata e condotta da Napoleone, non vi avrebbero preso parte; ma quando videro muover prima l'Austria e gli Stati d'Italia insorgere in nome della libert

Una sera, al punto culminante dell'azione drammatica, Napoleone I, seguìto dal generale, dal capitano, dall'aiutante che formavano il suo numeroso e brillante stato maggiore passeggiava con grande dignit

Il Foscolo non inneggiò a Napoleone, ma non fu insensibile alle grazie della vice-regina Beauharnais: Novella speme Di nostra patria, e di sue nuove grazie Madre e del popol suo, bella fra tutte, Figlia di regi, e agli Immortali amica.

Napoleone si servì dei partiti repubblicani come aiuto a salire; e odiava i legittimisti come i peggiori nemici della propria dominazione. Cesare era un vero democratico, amava il popolo e avrebbe sdegnato il dileggio napoleonico contro la «canaglia». Sotto la tirannide di Silla ebbe a soffrire per le sue convinzioni democratiche, e il suo odio contro gli aristocratici comprendeva non solo i propri nemici, ma anche i nemici del popolo. Egli legò il proprio potere alla più popolare delle magistrature, al tribunato, e quando da monarca si sollevò, come si addice al genio, sull'unilateralit

Le conseguenze della guerra di Crimea furono risentite dall'Europa in modo di gran lunga più profondo, che non dall'Oriente. Napoleone III si valse della potenza recentemente acquistata per effettuare un'idea preferita del suo antenato. Anche egli si sentiva protettore della libert