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Napoleone desiderava, agognava lo scoppio della guerra. Se voleva serbare Roma al papa, era costretto a procurare almeno Venezia all'Italia. Perciò spingeva il temporeggiante Lamarmora a conchiudere l'alleanza guerresca con la Prussia. Ma la lega italo-prussiana doveva servire solamente come una leva per rovesciare nella guerra la corte prussiana, considerata sempre a Torino e a Parigi come una traccheggiante tuttora irresoluta. Raggiunto lo scopo, la Prussia non avrebbe più potuto tirarsi indietro, e allora l'Italia avrebbe dovuto ritrarsi immantinente dall'alleanza. Napoleone fu a parte del segreto quando l'Austria, poco prima che la guerra rompesse, cercò di spezzare la lega degli avversari con l'offerta della cessione di Venezia. Solo che egli voleva differire l'effettuazione di questo disegno a dopo l'inizio della guerra. Perciò la corte di Torino fin da principio scese in campo senza seria convinzione; giacché, quali si fossero gli eventi, si era sicuri di tenere il premio della vittoria. Dopo le prime avvisaglie in Italia, calcolava Napoleone, l'Austria avrebbe ceduto Venezia, e così avrebbe disimpegnata la sua armata meridionale pel conflitto con la Prussia. Rimasta la Prussia a terra, allora si sarebbe fatta avanti la Francia, sia come salvatrice, sia per aggiustarle il colpo di grazia, in qualunque caso con l'aspettativa di un bottino lauto e facile. Tali erano in sostanza le speranze di Napoleone. E ciò che stupisce di un tal disegno non è la perfidia, è la pietosa imbecillit

L'altra, irresoluta, taceva, girando e rigirando la lettera fra le dita. Rispondi! Che vuoi fare? Non vuoi? Dunque alla signorina tua non le vuoi più bene? Di', non le vuoi più bene? E a un tratto ruppe, afferrandole e squassandole le braccia: O vai tu, o mi levo e ci vado io! Date qua. piagnucolava la servetta Ci vado, ci vado... La lettera era caduta a piè del letto.

La fante non potè a meno di fermarsi con maraviglia disgustosa innanzi a quel severo e squallido aspetto, e si voltò come per avvisarne la Ginevra, ma irresoluta si tacque. Il signore intanto, girato lo sguardo nella stanza, lo fermò sulla giovinetta sua sposa, ancora discinta.

Cessò ogni bisbiglio ed ogni rumore tra i soldati, e non s'udiva che l'infuriare della gragnuola e della pioggia la quale cadeva a rovesci. La Ginevra stette un momento irresoluta; poi spinto lo sportello della carrozza, discese tenendo per mano l'ancella.