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Aggiornato: 28 giugno 2025


TRINCA. Io non vo' amici carissimi, ma di buon prezzo, ché ho pochi dinari. Che sei venuto a far a quest'ora? GULONE. E tu non sai l'usanza mia? TRINCA. Non mi ricordo. GULONE. M'è venuta una disgrazia, la maggior che mi possa venire. TRINCA. Dimmela, se non è cosa di stato. GULONE. Mi muoio della maladetta fame: io son venuto a sguazzare col tuo padrone.

Oh! come ansimi dal piacere!... Non fosti mai confessalo! non fosti mai più terribilmente felice!... Stesi sulla sabbia. Che hai, amante mio? La mia voce. No!... La carezza delle mie dita, non l'avrai più!... Le mie dita non le avrai più... perchè muoio di gelosia!... Sono dieci, son mille, gli amanti che ti cercano E tu dimmi, tu gridami sulla bocca qual'è il preferito!... Lo voglio!...

E sai tu quando, dopo averlo pianto con tutte le mie lacrime per anni ed anni, senza averlo potuto mai dimenticare nemmeno per un giorno, nemmeno per un'ora, sai tu quando l'ho riveduto?... Quando venne a chiedermi in moglie mia figlia!... Ed io mia figlia gliel'ho data in moglie, e lo amavo, sai, Lalla, e lo amo; tanto è vero che muoio!...

Talor diceva: Io fui da quella matta; non poteva sbrigarmi dall'assedio: quand'io ci son, non val che la combatta perché mi lasci andar; non c'è rimedio. La mi guarda languente, contraffatta; la trae sospiri, ch'io muoio di tedio. Le puzza il fiato , quando l'ho presso, ch'io soffrirei piú volentieri un cesso. La dama gli avea dato qualche volta del matrimonio con Terigi un cenno.

Ho veduto in fine scomparirmi d'innanzi un ultimo figliuolo senza che mai novella me ne fosse arrivata. Solo questo cane è rimasto al principe di una dinastia che 509 anni dominò in Italia, 481 su queste contrada; ed io mi muoio.

In casa, tu non ci sei mai! Certe volte, mi tocca aspettarti fino alle due dopo mezzanotte. Vergogna! E mi muoio dal freddo. IL COMMENDATORE. Ma scusa, non potresti invece ardere d'impazienza? Senti, come scotto. Io ardo, adesso, per la colazione. Sono gi

Ma prima che fossi uscita il babbo riprese: « Ed è un bravo giovane, sai; un bravo, bravo giovane. « Sei ben fortunata, Fulvia, d'esserti imbattuta in lui; ed anch'io ne son fortunato. Muoio tranquillo, vedi, sapendoti nelle sue mani, perchè è un nobile cuore. «Io fuggii senza rispondergli. Povero babbo! Io stavo per distruggere la mia fortuna, e la sua tranquillit

Ma dove state? Cosa fateDove sto? Sto in questa vile strada nel quartiere dei negri. E cosa faccio? Muoio di fame. Mamma! mamma! mamma! ma questo è un sogno che faccio, non è vero? Uno stolto, incredibile sogno, da cui mi sveglierò ridendo, per ritrovarmi vicino a te. Vorrei svegliarmi ancora bambina in Inghilterra, nella Casa Grigia... C'era la nonna, vero? non me la ricordo, ma so che c'era.

GIACOMINO. Ma che posso rispondere, s'alla tua presenza me si liga la lingua, stupefanno i sensi e in me stesso muoio? Le mie parole sono semplici, come m'escono dal cuore, solo avvivate dal desiderio del mio cuore. Bisognaria che avessi la sua dolcissima lingua in bocca per poterle ben rispondere.

Adesso, rapida, succedeva in lei la reazione, e la sua voce, e il suo accento si raddolcivano, e i suoi occhi si gonfiavano di lacrime. Parlo senza rancore... Tu staresti meglio solo.... Ma son discorsi vani... Non muoio io, no, pur troppo... E voglia Iddio ch'io non sia invece destinata!... Non finì la frase, rabbrividendo.

Parola Del Giorno

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