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Aggiornato: 21 giugno 2025
Ma per noi fu al sommo disastrosa la diserzione sulle ultime ore di moltissimi camerati, in guisa che mentre in principio eravamo a Monterotondo dalle otto alle nove migliaia di militi, ci trovammo il giorno di Mentana poco meglio di quattro mila.
I cannoni pontificii e francesi, portati lassù batterono allora furiosamente le mura del Castello, mentre i due cannoni di Garibaldi, predati a Monterotondo, esaurirono dopo 50 o 60 colpi le loro munizioni.
Udite coteste altre soggiungeva con entusiasmo di patriotta e di amico il giovine Federico Della Chiesa, varesino puro sangue. Da dentro Monterotondo la moschetteria si fa in breve spessissima. Stallo piglia una scala, l'appoggia alle mura della citt
I Carabinieri Genovesi mandati sulla sinistra, per disturbare il progresso di tale colonna, vi pugnarono colla solita bravura, e perdettero alcuni dei loro prodi, tra cui Mosto uno fra i migliori fratello del Maggiore dello stesso nome, valoroso milite di cento combattimenti, ed uno dei martiri di Monterotondo.
La battaglia poteva esser finita; Garibaldi col centro, la sinistra e la riserva, costretto a rifugiarsi verso Monterotondo; Mentana e la destra accerchiate e rese prigioniere, se non trafitte a fil di spada od a punta di baionetta.
Quali furono sempre in seguito sino alla morte le espressioni e i propositi di Garibaldi? Nomentum. È codesto l'antico nome latino di Mentana, che corrompendosi e troncandosi si tramutò nell'odierno di quel villaggio adesso celebre in tutto l'orbe. La posizione di Garibaldi e de' suoi nella rocca di Monterotondo, il vecchio Eretum, era grave assai per non dir meglio disperata.
Ieri mattina alle quattro fummo svegliati a Monterotondo, io e i miei compagni, dal lontano rimbombo del cannone. Partimmo subito. Appena fummo in vista della citt
Sfugge solo di notte, in una chiatta, alla vigilanza della squadra, raggiunge la Maddalena, approda in una barca di pescatori in Sardegna, arriva ignorato a Livorno e a Firenze, vola nello Stato romano, vince i pontifici a Monterotondo, s'impadronisce di Viterbo, di Frosinone, di Velletri, e marcia su Roma.
All'atto del 3 novembre i Pontificî erano usciti da Roma in numero di 3000 al comando del generale Kanzler, seguiti dalla brigata francese Polhès, forte di 2000 uomini, per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne le schiere volontarie. Garibaldi doveva prender questo.
Ma Giovagnoli, nativo di Monterotondo e ben conoscendo il Ramarini, scrisse a Narratone consigliando Bertani a desistere dal suo proposito e assicurandolo che il conte papalino, decorato da Pio nono della croce di cavaliere di non si sa qual ordine, non avrebbe accettato la sfida.
Parola Del Giorno
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