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Poi correva ad enumerare i miei bisogni allo zio, ed il buon vecchio mi apriva la borsa. Io mi limitava al necessario ed egli, dopo pagate le spese, si lodava della mia discrezione e modestia. Così, io passava la vita tranquilla alla superficie, burrascosa nel fondo.

Ma nell’epistolario giulianeo si trova un’altra lettera (pagina 596), la quale, invece, è indubbiamente diretta al Basilio cristiano, ma essa è, non meno indubbiamente apocrifa. La goffa presunzione a cui s’ispira questa lettera, che pare scritta da un volgare millantatore, non può attribuirsi a Giuliano di cui conosciamo la spiritosa modestia. Vi si odora tosto il falsario che scrive ad avvenimenti compiuti. Giuliano descrive in questa lettera, con gonfia iperbole, la grandezza della sua potenza, riconosciuta da tutti i popoli della terra, e disprezzata dal solo Basilio. Per punire costui del suo contegno ostile, gli impone di portargli un enorme contributo in danaro, di cui ha bisogno per l’imminente spedizione di Persia, e minaccia la distruzione di Cesarea, nel caso che il vescovo avesse l’audacia di disobbedirgli. Il contenuto e lo stile della lettera basterebbero a dimostrarne il carattere apocrifo. Ma la prova più evidente è data dalla chiusa, nella quale il falsario adopera a sproposito una notizia di Sozomene. Narra costui che Apollinare di Siria, un letterato cristiano, autore di traduzioni bibliche in versi greci, e di operette morali, fatte sullo stampo dei modelli classici, aveva scritto un trattato contro gli errori filosofici professati da Giuliano e dai suoi maestri. Giuliano, dice Sozomene, letto il trattato, avrebbe risposto ai vescovi che glielo avevano mandato con queste tre parole

Ma della modestia dei risultati l'animo forte prende le sue vendette raccogliendosi e disciplinandosi per il compimento del dovere nuovo che emerge dal dovere compiuto.

Seduto che fu in una poltrona damascata il nuovo venuto che se bene inferiore in grado ai due principi della Chiesa (che modestia!) non mostrava perciò verun imbarazzo od umilt

Però il giovane per quanti ragionamenti si muovessero non restava dall'adocchiare la Marcellina, e benchè questa per la natural sua modestia si tenesse a molto raccoglimento, le sue pupille sovente senza avvedersene si giravano sopra di lui, e le inchinava palpitando.

Il mio amico Augusto era un buon figliuolo. Doti d'intelletto e di cuore avea moltissime; e se gli falliva la modestia, vi era però nel suo dire ampolloso quasi altrettanta franchezza, quanta vanit

Regina era in cuor suo orgogliosa, ma non c'è gloria senza palpiti. Nella sua paurosa modestia avrebbe voluto che quel benedetto giorno fosse gi

ISOCO. Di grande animo ne' pericoli, ardita con modestia, di nobiltá umile e onoratissima nella bellezza: in un picciol corpo un gran spirito. E sappiate che di queste arti niuno le fu maestro; ché dalle fascie si portò seco simili parti da far invidia a qual si voglia principalissima gentildonna.

Io la ringrazio, signor di Marana; rispose Laurenti arrossendo. La modestia del dottor Laurenti si giova perfino dei bisticci interruppe Luisa. Ma ora, Ella ci dica un po' che cosa ha fatto a Milano. Nulla che franchi la spesa di essere raccontato, signora mia. Ho passeggiato, ho curiosato, mi sono distratto, come si può fare in ogni altra citt

Però a malgrado della modestia in cui si tenne, potè di soppiatto osservare meglio che altra volta Girani, sicchè e l'occhio vivace e le forme belle, e la snellezza della persona, e il brio della gioventù che gli sfavillava sul volto non le sfuggirono, ma altamente s'impressero nella sua fantasia.