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Aggiornato: 3 giugno 2025
Noi vogliamo puzzare per offendere le nari sensibili delle nuvole!... O sublime fetore della vita, o divina sporcizia della lotta!... Tutto ciò che ha profumo muore!... Il mio monoplano attraversa gli odori ruggenti delle officine arcigne, che minacciano con tutti i loro pugni astiosi la tenerezza gracile e ipocrita della luna.... Milano è sotto i miei piedi....
Hanno lottato contro l'esercito e vennero messi in fuga dal cannone, dalle mitragliatrici, dai fucili. Lo vedono, lo riconoscono, lo minacciano. Maledetto! Tu sei la causa di tutto! e lo trascinano seco nella fuga. Egli cerca di scolparsi. Non sono stato io! Vi ho proibito di passare alla lotta. Non accettiamo nè comandi nè proibizioni da nessuno. Vi ho detto che i tempi non sono ancorai maturi.
«Minacciano!» mormorò Rinaldo, e, stretto di nuovo il pugnale si guardò attorno con ciglia severe; «ma qui non vedo alcuno,» aggiunse guardando il cadavere «nè mi vi rimane a fare più nulla.» Poi avviluppò il morto nelle coltri e si allontanava co' passi del peccato.
Vogliamo sollecitamente Roma e Venezia, perchè l'interrompimento del nostro moto Nazionale e la condizione provvisoria nella quale versiamo, minacciano la nostra Unit
Dall'una parte sta la fame e dall'altra la forca; e l'una e l'altra mi spaventano e mi minacciano. La fame uccide subbito, la forca ci vuol tempo a venire: la forca è una mala cosa, mi strangolará che non mangiarò piú mai; alla fame darò un perpetuo bando e mi prometto dovizia di tutte le cose.
CAPPIO. O che mai ne paressero vecchi! tutti avari, fastidiosi, ritrosi, pazzi, rimbambiti; sempre minacciano, bestemiano, gridano, si lamentano, né si contentano mai. GIACOMINO. Veramente quando l'uomo passa i quarant'anni doverebbe morire e smorbare il mondo. Tutti perdono la memoria per non ricordarsi di quando son stati giovani.
Minacciano fischiate!... legnate!... E un risolino, un certo tono di superbietta, tradivano l'interna compiacenza. Piuttosto di venire a Primarole a mani vuote, dovevate rimandar la festa!... mormorò il Fontanella; non vi ha detto niente il Brunetti? Il Brunetti? Il Bizzarelli? Non sono più che gemiti in sembianze umane!
LECCARDO. Le dirò che se non vi ama, con un soffio la farete volar per aria o, con un fúlgore degli occhi vostri mirandola, l'abrusciarete. MARTEBELLONIO. Dille ciò che tu vuoi, ché le cortesi parole d'un mio pari minacciano tacitamente. LECCARDO. Ella spasima per voi. MARTEBELLONIO. Poiché è cosí, dimmi: quando? come? Non m'intendi? LECCARDO. V'intendo bene; ma non so che dite.
Non l'hanno dimenticato, monsignore: ma forse appunto perchè troppo lo ricordano, vi si accomandano di non ridurli a disperazione. Ah! monsignor di Bovino, sogghignando sclama Gisulfo, e' ci minacciano dunque ancora, non è vero? ed il nostro grazioso cognato li spalleggia? Non è questo che siete venuto qui ad annunziarci, monsignore?
«L'Italia deve essere posta al sicuro dai pericoli che la minacciano; l'Europa deve vedere che l'Italia, fedele ai suoi impegni, non può e non vuole essere la disturbatrice dell'ordine pubblico. «Una guerra coi nostri alleati sarebbe una lotta fraterna fra due eserciti, che han combattuto, l'uno a fianco dell'altro, per la medesima causa.
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