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Si raccontava a Bondione che, in quella voragine, tempo addietro, d'inverno, una giornata nebbiosa e nevosa, fosse caduto un povero diavolo il quale, ubbriaco di grappa, dormiva su la pietra dello sporto. S'era voltato a sinistra e panf! dentro nelle fiamme. Il desiderio di scaldarsi gli era stato fatale. A venti metri di lontananza ne avevano ascoltato le grida strazianti.

Sul campo di battaglia, presso alcuni pozzi di acqua verde, puzzolente e fangosa, a poca distanza dal villaggio di Gundet, piantammo le nostre tende verso le dodici e mezzo, a circa 1700 metri di elevazione.

La Martina così fece. Egli remava su e giù per una ventina di metri, e Luca tentava il fondo del fiume con una lunga pertica. Ogni tanto Luca, sentendo qualche resistenza, mormorava:

Le signore hanno protestato di non voler salire più oltre. L'ultima punta del San Donato è alta ancora un centinaio di metri; ma che cosa si potr

In queste regioni, durante il karif, si ha spesso neve e ghiaccio, e mentre questi, nella stagione secca si limitano a circa 4400 metri, nell'inverno discendono fino a 3500 metri sul mare.

Io amo di andare all'antica, mio caro Perelli; con questi malcreati palloni io lascio viaggiare i matti, che han voglia di rompersi il collo precipitando dall'altezza di due o trecento metri sulla cupola di qualche campanile! Non hai torto, mio caro Pestalozza!

Paolino Berlendi si fece serio e lesse tutto di seguito: ....«percorrendo la Via Appia, presso la tomba di Cecilia Metella, urtò un baroccio da vino, e cadde sul fianco. Lo chauffeur rimase ferito. Il conte Candriani e la contessina Loredana De Carolis, sbalzati a parecchi metri di distanza si sollevarono incolumi». Contessina! esclamò Fausta con un sorriso beffardo.

Si sforza di scavare col piede una base piana, poi rimane curvo protendendo la faccia magra, nervosa, verdastra, astuta, e appoggiandosi colle due mani sul bastone. Un vuoto di 20 metri lo separa da noi. Un bersagliere napoletano grida: Bisogna buttarlo cape 'e sotto e piedi in cielo!

Come un cane fedele guida un cieco, Pagiolin ha guidato l'aquila di ferro e tela accecata dalla bufera. Ora volano insieme a trecento metri sopra i lavori febbrili d'un ponte ferroviario sul Piave. Pagiolin vede le grandi gabbie di ferro che partoriranno i pilastri. S'accendono le lunghe lame azzurro-violette dei proiettori che tagliano geometricamente la notte.

Così abbiamo viaggiato per intere giornate nella media di 1500 metri di elevazione, siamo discesi a 950 per passare un fiume e risalimmo subito ancora a 1500, e lo stesso si ripete per tutti i torrenti.