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Aggiornato: 8 maggio 2025


Poi fu tutta una danza serpentina, circoscritta nel raggio di pochi metri, l’uomo fra le corna del toro, di qua, di l

I metri troppo musicali lo affascinano, lo fanno trascorrere, gl'impediscono di scegliere fra le tante immagini che gli si presentano davanti, di indugiare su un aggettivo, di esitare intorno a una rima. L'eccitazione lo spinge innanzi senza dargli tempo di voltarsi addietro; le strofe sgorgano una appresso all'altra, lusingandogli l'orecchio, ed egli cede volentieri alla loro malìa.

Prendiamo il camminamento e poi la trincea della brigata Casale. Si scende dietro le spalle dei fucilieri che scattano, sparando pim-pam-pam-pam. Un gruppo di mitragliatrici innaffia giù con un ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta che non cessa, un burrone a 300 metri sotto di noi granulato di piccole forme che salgono.

Seguiamo per alcuni metri il binario lungo il treno. Cataste di cucine da campo, mitragliatrici, fucili, stracci, paglia, sterco, carogne di cavalli. Nel fetore qua e l

Questa volta anche i Calabresi, malgrado i sandali e la singolare destrezza, dovettero accontentarsi di scendere sdrucciolando come noi e poi di salire a quattro gambe. Io ritentai il mulo, salendo, ma scivolato dal verso della coda, rotolai giù alcuni metri sin che un albero mi trattenne. Dovetti starmi pago di ascendere con mani e piedi, come gli altri.

Se mi amate, vi domando un bacio a dieci metri di distanza... ma un vostro bacio darebbe la vita anche attraverso l'Oceano! Ritornate dunque alla vostra finestra, e decidete della mia vita. Alla mattina seguente mi affacciai al balcone, ma le imposte del palazzo Brisnago erano sempre chiuse e le mie invocazioni disperse al vento. Così passarono molti giorni.

Nella stanza il padre tormentato dallo spavento e dal rimorso percorreva chilometri in uno spazio di quattro metri, e il bambino smaniava nel delirio. Verso le sette di sera giunse il medico; un povero piccolo medico di campagna, il quale aveva avuto la previdenza di portare seco il chinino.

Accidenti! grida Pagiolin, il Sole si è spento! Lo prevedevo. A furia di coprirmelo con tutta questa nebbiaccia l'hanno soffocato! Nebbiaccia infame!... Macchè nebbia! Sono in un nuvolone di pioggia! Pagiolin scivola giù dieci metri poi risale nel grigio e nel nero. Accelera i colpi d'ala.

Siamo a 100 metri dal ponte che slancia elegantemente le sue arcate attraverso il fiume. I miei occhi distinguono perfettamente dei grovigli di fili lungo il parapetto e delle botti legate sui capitelli dei piloni. Ma la grazia italiana di quegli archi, che non possono tradire noi italiani, mi riempie di ottimismo. Con un atto di fede potente entriamo sul ponte. Menghini d

Ecco che cosa mi disse l'elica turbinante, mentre filavo a duecento metri sopra i possenti fumaiuoli di Milano. E l'elica soggiunse: 1.

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