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Aggiornato: 15 maggio 2025


Serenissimo autem domino regi Poloniae mittantur dono per eundem oratorem brachia XVI campi auri pulcherimi, ducat. circa X pro quolibet brachio, sicut melius fieri per deputandos ab collegio videbitur.

R adices herbaeque habiles in pascere capras, I te ad menchiones, ite ad saturare legeros, S tant qui per boscos, per montes perque cavernas T essere sportellas, tenuatum battere corpus, I nglutire favas, giandas ac millia quae fert N atura et porcis et asellis atque cavallis! A t nos hic melius starnae turdoque studemus. Fomentum erroris.

Non doveva esserle accanto se si svegliava? Che se Alberto la rimproverava di esagerare, ell'aveva la risposta pronta: In fatto di dovere, melius abundare quam deficere; l'hai detto tu, in un latino che capisco anch'io. Tu fai il tuo dover di professore, di scienziato, io faccio quello di buona mamma.

PROTODIDASCALO. O quam melius non stuzzicassi i carboni semivivi, semisopiti sotto la cenere, che ogni favillula dandole fiato cresce in gran fiamma. Però smorzalo. LAMPRIDIO. Oimè come vuoi ch'io lo smorzi se tutto ardo? e Amor fattamente soffia nelle faci che m'ave accese nell'alma, che sono avampato di sorte che son tutto di fuoco.

E, per quanto posso comprendere, gli piace molto ch'un par nostro l'ami. E «certum est quod natura dat»: non si può negare ch'essendo la maestá sua di sottile, acuto e peregrino ingegno, per consequenti è amica de' periti, savi e dotti uomini, quia melius est nomen bonum che non sono le richezze. Ma ecco el nostro insipido famulo ch'esce del ludo litterario. MALFATTO. Diavolo!

Questi mostrò d'avere inteso e precedette la signora lungo il corridoio e fin giù per le scale. Se non c'ero io susurrò lo strisciante lacchè la signora contessa aspetterebbe ancora nell'anticamera. Il titolo era buttato a caso, in omaggio alla massima: Melius abundare quam deficere. La Valdengo, turbata com'era, sulle prime non capiva. L'altro si decise a mettere i punti sugl'i.

Come? volete educarmi, e mi impedite di tenermi pulito e di lavarmi come si lavano tutti i cristiani! I fichi secchi ho dovuto gettarli nelle immondizie che raccogliamo nell'angolo. Li aprivo, e uscivano i bachi. Don Davide, mi fece dimenticare i fichi con un motto latino. Sursum corda. Sit gressus ad superiora; melius est ascendere. In alto i cuori.

Il dedecore m'ha transverberato il core. Ma ricogliamoci in qualche luogo e dormiamo insino a giorno. LARDONE. Or questo no. PEDANTE. Lasciami dire. LARDONE. Non voglio ascoltare. PEDANTE. Nil melius sobrietate. LARDONE. Nil peius affamatione. PEDANTE. Io non intendo questa tua grammatica. LARDONE. io la tua. PEDANTE. Dimmelo in volgare. LARDONE. Non si trovano parole per dichiararlo.

Il Commento di Jacopo fu conosciuto dal Pelli, dal Melius, che non vi assegnarono molta importanza e soltanto nel 1848 un gentiluomo inglese, lord Vernon, insigne per promovimento dato agli studi della classica letteratura italiana, tenero, rispettoso di ogni gloria nostra, più che non fossero in quel tempo molti italiani, lo dava in luce a sue spese.

LIMA. Senza cena e senza sonno non abbiam mai chiuso occhi per timore. PEDANTE. Limoforo, secondate a favorirmi, ché «melius est non incipere, quam ab incepto turpiter desistere». LIMOFORO. Voi entrate in casa mia con le donne e riposatevi, mentre noi andremo attorno col capitano a prender Giacomino che, secondo m'ha referito Lardone, egli è stato l'autore dello strattagemma.

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