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Aggiornato: 19 ottobre 2025


Agosto Medici condusse in isposa Barbara Maina, da cui ebbe un figlio a nome Gian Giacomo che successe allo zio nel Marchesato di Marignano, che tramandò quindi ai proprii discendenti, e fa stipite retto del nobile casato che esiste tuttora con tal nome in Milano.

Un ordine del Comando generale portava che i cacciatori delle Alpi senza indugio si recassero ad occupare la Valtellina. Il 26 la brigata bivaccava a Pontida e a sera arrivava a Lecco; così il generale si approssimava alla meta designatagli, la Valtellina, preceduto buon tratto avanti dal colonnello Medici.

Questi giudizii fondamentali, tramandatici da medici antichi, sono ammessi pure da tutti i medici più recenti, e vengono confermati da un'infinit

Ma risorse l'aristocrazia ultra popolana sotto a' Medici; sorsero i Medici per mezzo della democrazia a poco men che signoria, esempio solito. I Medici erano grandissimi fra' mercanti e banchieri di quella cittá, giá grande per industrie e commerci di terra fin da quando l'adito del mare le era chiuso dalla nemica Pisa.

Ah, se i medici fossero onniscienti!... Del resto, se n'è accorto l'altro giorno... E fu per suo consiglio che Diana ti mandò quel dispaccio.... Ero legato esclamò Alberto Varedo volendo scusarsi. Legato con le mani e coi piedi... Non potevo partire. È stata una fatalit

Due del reggimento agli ordini di Cosenz, dietro le case Carbone in Tre Ponti; un battaglione del con una squadra di carabinieri genovesi sotto il comando di Medici, in Bettola di Ciliverghe, dove la strada da Brescia a Lonato si biforca, l'una sul ponte di S. Marco, l'altra a sinistra sul ponte del Bettoletto; l'altro battaglione del reggimento, e i due del coll'artiglieria e con i rimanenti carabinieri genovesi Garibaldi stesso li condusse in persona al ponte del Bettoletto; al colonnello Turr addetto al suo Stato Maggiore il generale ordinava di occupare con due compagnie del reggimento lo sbocco di Tre Ponti verso Castenedolo e nel tempo stesso riconoscere bene il nemico; a tutti Garibaldi raccomandava di difendere ad ogni costo la strada da Rezzato a Tre Ponti e Bettola di Ciliverghe aspettando l'arrivo della divisione di cavalleria piemontese; mandò il capitano Corte del suo Stato Maggiore ad avvisare Cialdini che era sul Mella, della sua mossa e si mise senz'altro per la via di Molinetto.

Non è necessario che restino a guardare; del resto è facile allontanarli con una scusa qualunque, mandandoli a dire qualche cosa ai medici o a vedere se tutto è a posto, se non c'è nessuno che si avvicini o che possa sorprenderci!... Ce ne sono tanti, dei pretesti!

In così parlando sfavillava di fuoco guerriero al Medici lo sguardo, e pari ardore agitando i suoi Capitani, ad una voce applaudirono a' suoi detti, gridando: "Viva Musso, viva Medici; morte ai Ducali", e tali viva vennero ripetute sin che Gian Giacomo, uscito dalla sala d'armi, non si fu condotto di nuovo nelle sue stanze; dopo di che que' guerrieri, abbracciandosi per contentezza tra loro e ripromettendosi ogni buona ventura, si dispersero per il Forte, ove a tutto quanto poteva ad essi abbisognare in cibi, bevande ed alloggiamenti era stato per cura del Castellano abbondevolmente provveduto.

I soldati del Duca, che volevano essi pure dare qualche sfogo alla loro vendetta delusa dal trattato di pace, non essendo spinti da alcun impulso a cooperare alla distruzione di quel Castello, fecero il progetto, ancor più barbaro, di trucidare in esso i Mussiani fatti prigionieri nella battaglia di Mandello e che avevano posti sulle navi, tenendovili gelosamente celati, per tema che il Medici ne chiedesse la liberazione.

E puri, o quasi, ne rimasero i Medici allor risorti e piú che mai crescenti in tutto. Men buono di gran lunga, e tuttavia non de' peggiori del suo, fu Filippo Maria Visconti.

Parola Del Giorno

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