Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 1 ottobre 2025
E i frati gli erano tutti intorno, un po' per vedere i suoi tratti di matita, un po' per contemplare quel grazioso profilo di monachino, che somigliava tanto a quello d'una bella ragazza. Bene, bravo, stupendo! erano le parole con cui essi incoraggiavano il pittore. Metto pegno che Raffaello d'Urbino non ebbe tante lodi dai personaggi che andavano nel suo studio, a vederlo lavorare.
Nella luce che sopravveniva, apparivano chiari e scuri nuovi, mettendo lui in certe indecisioni che lo tenevano lungamente a guardare e a mormorare, mentre l'albo rimaneva aperto sopra un ginocchio e la punta della matita gli solleticava la cute, fra i capelli. Oh! oh! fece, a un tratto.
Il Gongora mi accennava un largo spazio del muro tutto nero di date e di nomi scritti colla matita, col carbone, e incisi colla punta dei temperini dai visitatori dell'Alhambra. "Che cos'è scritto qui?" mi domandò. M'avvicinai e gittai un grido: Chateaubriand! "E qui?" "Byron!" "E qui?" "Victor Hugo!"
Allora avvenne una cosa straordinaria..... La sua mano non rispondeva più alla mente. Egli era come spinto da una forza superiore, e ciò che la matita segnava non era più quello che suggeriva l'immaginazione.
Egli stava lavorando nel suo gabinetto; due giovani gesuiti francesi suoi segretari particolari, gli leggevano delle lunghe filze di rapporti segreti, ai quali egli apponeva di sua propria mano delle brevi postille in matita rossa. All'ingresso del cardinale si levò in piedi, e fe' cenno ai segretari di lasciarli soli. I due frati uscirono.
Mario rideva e diceva: Era troppo bello con quel naso a punta e con quella barbetta; non ho saputo resistere alla tentazione di disegnarlo. Pensi, soggiunse il professore, che egli m'ha chiesto che cosa facesse colla matita il signorino.
Mario s'era posto a disegnare colla matita in mano e l'album aperto, ma dopo due o tre tentativi inutili per copiare il paesaggio si contentò di fare la caricatura di Carlo che fuggiva inseguito da un vitello perdendo lungo la via il paniere della colazione, e disse: È inutile, io non sarò altro che un pittore caricaturista. Chi sa che cosa diverrai! disse Damiati.
Ci ho provveduto, rispose Maurizio, scrivendo una dichiarazione in due originali. Firmerete anche voi. Eccoli appunto. Avete proprio pensato a tutto; esclamò il Dutolet, prendendo i due fogli, a cui appose la sua firma colla matita. Dunque lassù, al piano della Sisa. Ci sarò alle sei del mattino.
Voi avete insistito tanto, con tante buone ragioni, che io mi lascio indurre a prendere la matita. Non so come incominciare. Un uomo, che è in galera da trentadue anni, deve riuscire per gli altri un ingenuo o un semplicione. Non ho che una pallida idea della ferrovia. Non ci fui che da inquisito e da forzato. E, anche come tale, me la ricordo come un cubicolo di punizione.
In questi discorsi eravamo giunti al viale dei pioppi. La signorina Wilson, venuta su da un'altra parte, non lo aveva ancora veduto. Ne fu tutta ammirata, innamorata, rapita al settimo cielo. Sincera, vivace, tutta di primo impeto, aveva facili le espansioni, come pronta la lingua. Di quella maravigliosa piantata di pioppi volle fare uno schizzo nel piccolo albo che portava sempre con sè. Furono pochi segni di matita, ma sicuri ed efficaci. Gran diavola, l'ho gi
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca