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Aggiornato: 15 luglio 2025
Son vecchio! rispose sospirando Michele. Baie! Vecchio è chi muore; non è vero, mastro Pasquale? Ma, non ci dilunghiamo in chiacchiere; come la è finita? Per colpa nostra ci avete perduta la clientela? Sicuro, e il pentolino per giunta, che ho lasciato nell'orto.
Mastro Bernardo, coll'amico Antonio Cappa e colla sua compagnia di finarini, s'era avviato per l'erta di castel Gavone, come aveva promesso alla Gilda. Pervenuto, con quella maggior sollecitudine che gli era consentita dalle tenebre, dal vento impetuoso e dalla asprezza del cammino, sotto alla macchia dei roveri, aveva udito il grido straziante di soccorso, che, come i nostri lettori gi
Quando madonna Fiordalisa si accorse di amar tanto il nuovo discepolo di suo padre, mastro Jacopo era gi
E qui mastro Spinello....Ma via, non precipitiamo nulla, raccontiamo le cose per filo e per segno, non mettiamo il carro avanti ai buoi.
È sangue mio, disse il campiere con un certo orgoglio: aveva compreso che volesse dire quello sguardo. Allora mastro Pasquale riattaccò il discorso interrotto. Ma la pigliava larga. Correvano tempi maledetti.... lavoro non ce n'era.... i ricchi se n'infischiavano de' poveri: in mezzo agli agi, non credendo punto alla miseria, serravano i cordoncini della loro borsa.... si stringevano nelle spalle.
LIMA. Ma poiché sète patti e contenti, ricevete l'un dall'altro il premio di tanto amore. GIACOMINO. Ma perché trattengo me stesso, dove la voglia mi sferza e mi sospinge? CAPPIO. A me par sciocchezza perdere il tempo in belle parole, che si potrebbe spendere in uso piú desiato e gradito: avete poco di tempo, e quel poco che avete ve lo torrá il ritorno del mastro or ora.
Lorenzo sollecito avea dato innanzi di un passo, e la lama del Montalto, non potendo andare più oltre a cercargli il petto, gli offese con la punta il dosso della mano; e siccome ambedue avevano voluto tirar senza guanto, si vide sulla mano di Lorenzo qualche goccia di sangue. Il mastro di combattimento fu sollecito a fermarli, ed egli coll'Assereto e i due medici si fecero a guardar la ferita.
Entri qui, o in carbonaja?» domandò Grillincervello meravigliato. Qui, qui,» replicò Luchino. E ch'io vada ad avvertire mastro Impicca di prontare i ferri del mestiere?
GIACOCO. Zitto zitto, ca non ce senta; ca l'autro iuorno me venne a fare la cura e me mpizzai lo canniello tanto forte ca m'appe a sparafundare, e poi fece lo vrodo tanto caudo che me scaudai tutto lo codarino; e però non lo vuozzi pagare. E mò dove simmo? CAPPIO. A mastro Argallo che fa li brachieri. GIACOCO. Passammo a largo, ca m'aggio fatto fare lo vrachiere mio e non l'aggio pagato ncora.
E si levava, quasi per aiutare mastro Alessandro; sennonchè il Moscati, sdegnoso, lo tenne pel braccio esclamando di forza: Per dio! vi sovvenga della dignit
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