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Aggiornato: 12 luglio 2025
Mi raccomando. PANDOLFO. O diavolo, o trenta diavoli, o traditore, o gaglioffo can mastino, se non te ne farò patir la penitenza, possa morir squartato! Me l'hai accoccata: giá il dolore e l'affanno è tanto che mi stringono il cuore che non so come non muoia.
Ma non facea bisogno di tanto perchè l'imprudenza andava in essi di pari coll'ardor giovanile, tanto che il tristo n'ebbe miglior mercato che non isperava. E che? La prudenza non è mai troppa. Coloro hanno bracconi da tutte le bande. Io ho lettere per lui dal signor Mastino della Scala...»
La` giu` 'l butto`, e per lo scoglio duro si volse; e mai non fu mastino sciolto con tanta fretta a seguitar lo furo. Quel s'attuffo`, e torno` su` convolto; ma i demon che del ponte avean coperchio, gridar: <<Qui non ha loco il Santo Volto: qui si nuota altrimenti che nel Serchio! Pero`, se tu non vuo' di nostri graffi, non far sopra la pegola soverchio>>.
Ora lasciami andare, e occhio alla penna perchè il vecchio è mastino di buona razza. C'ingegneremo, fra Grimo; non fosse altro per non fare torto alla reputazione della compagnia.
Lazzari si rimise sulla figura che stava disegnando con gli occhi torvi e l'aria di un mastino che avrebbe addentato il polpaccio del primo che gli si fosse avvicinato.
In questo punto un latrato infernale intronò le orecchie degli astanti: poco dopo si aprono con impeto furiosissimo le imposte della stanza del Conte, e ne prorompe fuori un mastino di enorme grandezza tra spaventato e inferocito.
Diceva uno: Chi è lo sposo? E l'altro: Non lo sapete? Costui che passa, a lancia alzata? Oh sì! costui sa fare tanto d'andare ruzzoloni nella polvere, come un mastino trattato a calci. Come? se vinse i due? In grazia di sortilegio. Dite vero? Vedrete la terza impresa se vorr
Rinfrescavano queste parole al principe una memoria spiacevole se altra mai, onde, a guisa d'un mastino traditore, che repente si volge a morsicare la mano da cui lasciavasi quietamente palpeggiare, digrignò i denti stizzito, e vibrò la mazza contro il motteggiatore insolente.
Lunghi e fieri contrasti avevano tolto il re Roberto dalla speranza di signoreggiare tutta Italia; ora a ciò avevano l'occhio Mastin della Scala, e Luchino Visconti. Era Mastino succeduto a Cane suo zio, quel gran lombardo, la cui cortesia fu il primo rifugio e il primo ostello dell'esule Allighieri: e nessuna delle virtù, ma tutti i talenti n'aveva ereditato e l'ambizione: comandava a nove citt
Quando un mio amico, chimico-farmacista d'archiginnasio, mi tirò fuori da uno scaffale polveroso il librattolo di messer Giovanni Graziano bergamasco, professore di medicina a Padova, e me lo spalancò dinanzi, sì ch'io vi lessi Thermarum Patavinarum Examen, Patavi MDCCI, e quando mi citò le disquisizioni dell'Arduino, del Lorgna, del Mastino, io confesso che non mi vidi innanzi agli occhi (e come no?) altro che il conte Lelio Piovene da Vicenza, lo scopritore della fonte che ancora ne conserva il nome, e Fulgenzio e Domenico Griffani, usurpatori di essa; e il Serenissimo Principe, e i Provveditori, e i Pregadi, gli ufficiali della sanit
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