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Aggiornato: 29 luglio 2025
Le bellezze dell'universo, ancora più grandiose fra i monti, sono soavi tanto alle anime melanconiche, di vita e d'amore ricolme. Nessun rumore fino all'alba. Qualche squittio di volpe, qualche latrato lontano e null'altro. Ma Lord, il quale non si sa come, aveva rotto il quinzaglio (avr
In questo punto un latrato infernale intronò le orecchie degli astanti: poco dopo si aprono con impeto furiosissimo le imposte della stanza del Conte, e ne prorompe fuori un mastino di enorme grandezza tra spaventato e inferocito.
Si udiva il galoppo della bestia; e quando gli fu vicina, Cesare la chiamò sottovoce: Nero, silenzio! Qui, Nero! Il cane, un bastardo, di grandezza mediocre, nero col petto bianco, fiutò l'uomo e tacque; si scrollò e ripartì di galoppo, mandando ancòra qualche latrato, lontano, per chiasso. Cesare aveva anticipato di pochi istanti l'ora del convegno.
Guardagli la faccia, e poi dimmi se sia uomo costui; la testa ha quadra, depressa la fronte, le orecchie indietro, il muso assai più largo nelle mandibole inferiori che negli zigomi, le guance pendenti, la bocca senza labbra si perde per le rughe, e non lascia indovinare dove abbia confine; i capelli irti, e rasi; il colore è di grasso vieto tranne la parte pelosa, che ha lite col verderame, e lo vince; gli occhi piccoli e tondi, e gialli come l'orpimento: creazione sbagliata, distrazione della natura; conciossiachè con una variante leggerissima nella gola la voce non gli sarebbe uscita articolata in parola, bensì abbaiata in latrato; ed allora invece di doventare uno arnese pessimo di quella, che gli uomini sogliono chiamare giustizia, sarebbe riuscito un ottimo cane da macellaro.
Ma il cane era dietro a lui, lambendogli le gambe, ma il cane avrebbe latrato vedendolo cadere nel fiume, ma il cane si sarebbe forse buttato nel fiume per salvarlo, ma il cane non voleva che egli morisse, ecco l'idea terribile sorta nello sconvolto cervello di Julian Sorel.
Fra il latrato, la gioja, la curiosit
Leo s'alzò veemente e visto chiuso l'uscio che dal corritojo metteva alla strada, ringhiò, in atto di difesa; per punir l'animale dell'accoglienza eccessivamente incivile, staccai dalla parete la frusta del signor Pfaff, drizzandone la punta al muso del cane; ma questo senza darmi tempo di colpirlo, spiccò un balzo con un latrato, mi si lanciò contro così veloce, ch'io riuscii a mala pena a schivarne l'urto.
Di tanto in tanto infatti, da qualche miglia lontano, perveniva all'orecchio del Palavicino il suono del martello d'un orologio che batteva l'ore, ma quel suono, reso muto e senza oscillazioni, anzichè rompere, accresceva la tetraggine del silenzio; di tanto in tanto dalle cascine gli perveniva qualche latrato, qualche muggito, qualche voce umana, qualche canto; ma tutto s'improntava di una tetra mestizia che gli pesava sull'animo.
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