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Aggiornato: 21 luglio 2025
Che progresso! esclamava il signor Carpi giubilando. Quando penso a certi vecchi alari di ferro che ho trovati nel castello di Trestelle quando l'ho comperato, e che ornavano il focolare ospitale di quei marchesi! Io non sono marchese; i miei avi non so che fossero alle crociate; eppure con questi alari se ne comprerebbero dieci paia di quelli l
Non sono visibile, mi ha detto, se non per duchi e marchesi di Castiglia e d'Aragona, per il razionale di Castiglia e per l'arcivescovo di Toledo. Son queste, soggiunse il Noguera, le precise parole del re. Voi siete escluso. Se non foste escluso, Sua Altezza, ricordando il suo recente colloquio con voi, avrebbe aggiunto: e il signor conte di Lavagna. Non l'ha aggiunto; ed io, con tutto il dispiacere che una necessit
Tanto era caduta ancor da vent'anni la misera corona, non piú osata cingere da nessuno di que' marchesi italiani, portata fuori ad offrir qua e lá, e rifiutata da ciascuno per non mettersi in nostre divisioni, nostri odii, nostre invidiuzze, direi quasi nostri pettegolezzi.
Povera storia, povera politica, povera indipendenza italiana! come s'interpretano! Non bastavano conti, marchesi, duchi scellerati, non vescovi e papi tanto peggiori di quanto è piú santo l'ufficio loro; sorsero donne, pessime di tutti, corruttrici di tutto, quando lasciano il dolce e pio ufficio loro di consolare colla virtú domestica dalle pubbliche corruzioni, e si fan furie virili.
Di questo Aleramo, che ben potè avere ottenuta in moglie l'Adelasia della leggenda, poichè egli appare esser stato carissimo ad Ottone I, e da lui fatto signore di largo dominio, nacquero i marchesi di Monferrato e, ramo minore, ma non manco rigoglioso ed illustre, i signori Del Carretto, marchesi di Savona e d'altre terre sull'Appennino. Venuto a morte nel 1268 Giacomo Del Carretto, sesto della discendenza d'Aleramo, l'eredit
«Oh gran virtù dei cavalieri antichi!» viene da esclamare alla stupefacente notizia che un giovinetto di Casa Ventimiglia (Giovanni Luigi), solo perchè dei Marchesi Geraci, rifiutava la nomina viceregia di Senatore.
Noi vedemmo, due secoli addietro, invidie di principi e marchesi; un secolo addietro, invidie di signori minori e d'ecclesiastici; ora, appena libere le cittá, incominciano i secoli, anche piú lunghi, delle invidie cittadine. Sempre invidie in Italia, sempre il vizio di odiar la grandezza nazionale piú che la straniera, il vizio, il piacer servile di ribattere i ferri a' conservi.
Il maestro Marchesi si affrettò a coltivare nel giovanetto i pronunziatissimi istinti, ponendolo a studiare l'accompagnamento pratico, e affidandolo poscia al celebre padre Mattei, che fu, si può dire, il maestro dei più insigni maestri dell'epoca nostra.
⁴⁹ Provviste del Senato, a. 1799-80; a. 1786, p. 135. Col S.a Cecilia, ma a certa rispettosa distanza, andava il S.a Caterina, o S.a Lucia; così chiamato per la vicinanza del Monastero di S.a Caterina e perchè apparteneva ai Marchesi di S.a Lucia Valguarnera, che vi aveano addossata la loro casa e da privato e domestico l’avean reso pubblico⁵⁰.
Giunto però ai sessant'anni, molto ben conservato, con tutti i suoi capelli che non tingeva, con tutti i suoi denti, che eran proprio suoi; aveva pensato che, non avendo nè nipoti, nè cugini, nè altri parenti lontani che portassero il suo nome, avrebbe dovuto prender moglie e avere un erede, che non lasciasse morire il nome e il blasone dei marchesi di Acquafredda.
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