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Aggiornato: 14 luglio 2025


Tullio, Tullio, taci! m'interruppe ella, supplichevole, quasi che le mie parole le facessero male. Soggiunse, sorridendo: Bisogna che tu non mi ubriachi così.... Te lo dicevo, dianzi. Sono tanto debole; sono una povera malata.... Tu mi dai le vertigini. Io non reggo. Vedi come mi hai gi

La signora che sedeva al piano, cessò di strimpellare e cedette il posto a un giovinotto che prese a suonare un walzer. Fu come un invito al ballo. Si tirò in disparte la tavola di mezzo e le coppie cominciarono a danzare scacciando l'uggia del cattivo tempo, dimenticando la malata, che languiva , a pochi passi.

Scoppiarono gli applausi dai vaporetti, dalle barche, dalla spiaggia; un battere di mani fragoroso, un gridar «bravi» a tutto spiano. La malata si rabbruscò in volto, stendendo le braccia a la cara visione che le sfuggiva e che avrebbe voluto trattenere. «No! No! supplicò in un susurro. E dopo un istante di abbattimento, tornò al delirio doloroso. «Via! Via!... vigliacco!

Ma insieme a questi rimpianti, espressi liberamente, con soddisfazione della coscienza, una voce interna andava mormorando sommessamente questa insinuazione consolatrice: Non disperarti tanto! Bisognava bene che morisse, malata così!... Chi sa quanto avrebbe sofferto quest'inverno con la miseria che si prepara. È un bene che sia morta, un bene per lei... e per gli altri...

Bice, superstiziosa come tutte le mamme, si era sentita stringere il cuore da un'angoscia inesprimibile. Nella sua immaginazione malata, Rosa era a poco a poco divenuta il genio misterioso della casa, che ne custodiva nella profonda coscienza tutti i segreti; quindi si ricordava di non essere mai riuscita, malgrado la propria superiorit

Per tutti, fuorchè per mereplicò suor Agnese. «Ma la testa mi bolle, credo esser malata. Oh! perchè non posso cancellare il passato dalla memoria! Quelle ombre che sorgono come furie per tormentarmi, le veggo sempre in sogno; quando mi sveglio mi stanno dinanzi! Ed ora le vedo l

Perfino di notte, vedete, ella sogna del monaco. Almeno, io penso che sia così. Prima d'ora, dormiva i suoi sonni tranquilli, come una bambina; ed ora è in agitazione continua; di tanto in tanto, svegliandomi, sento che si lagna come una persona malata.

Non essendovi a Villa Serena una donna giovine che potesse assistere la malata, potendosi far molto conto sopra la povera Matilde e meno sulla vecchia Bernarda, Flora trovò che il suo posto era accanto al letto della zia, e nessuno osò contrastarla.. Per tre settimane, quanto durò il primo periodo del male, quasi non si tolse il vestito da dosso, ritrovando nella sua energia, non solo la forza di assistere la inferma ma anche quella di far andare la casa in modo che ognuno avesse il suo posto e il suo da fare.

Lui agiva così perchè non la stimava: , non la stimava; e aveva ragione di non stimarla: , con lui era stata troppo leggera, senza testa, aveva dimenticato tutto. Ma egli si era mostrato così buono, così nobile, così rispettoso.... Doveva capire che lei era una testa esaltata, malata; doveva compatirla, ma non trattarla così!

Da quello che sta per varcare la soglia? Giana. Chi sa! Bisogna di continuo offrirsi al destino. Mortella. Il mio destino io lo serro contro me per soffocarlo. Giana. Non bastano due braccia. Mortella. Ma un cuore basta. Giana. Per sanguinare. Mortella. Posso lasciarlo sanguinare lungo tempo, prima che ne coli l’ultima goccia. Giana. Sei malata di primavera. Conosco questo male. Mortella.

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