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Aggiornato: 18 giugno 2025
Ordinò, temperò il principato; abolí i giudizi di maestá; restituí al popolo i comizi, le elezioni lasciategli da Augusto, al senato la libertá delle deliberazioni. Fece molte guerre contro ai parti, agli arabi e ai daci, che a taluni paion troppe, ma che forse eran necessarie, e ad ogni modo furon tutte gloriose.
Vi saluto centomila migliaia di volte, Vostra Signoria illustrissima, Vostra Altezza, Vostra Maestá. ARMELLINA. Oh, quanti titoli! vignarolo. VIGNAROLO. Non sète voi la mia signora, la mia regina e la mia imperadora? ARMELLINA. Che cosa mi porti, vignarolo? VIGNAROLO. Rispondi al saluto prima, poi mi chiedi che porto.
Però essorto le genti tutte ad accettare cosí reali dogmati, prima a laude e onore di Sua divina Maestá, e poi per beneficio e utile di tutti gli uomini.
Alora quella anima, avendo veduto con l'occhio de l'intellecto, e col lume della sanctissima fede cognosciuta la veritá e la excellenzia de l'obbedienzia, uditala con sentimento e gustatala per affecto, con spasimato desiderio, speculandosi nella divina maestá, rendeva grazie a lui, dicendo: Grazia, grazia sia a te, Padre etterno, che tu non hai spregiata me, factura tua, né voltata la faccia tua da me, né spregiati e' miei desidèri.
E perché non vi sia cosa melancolica in Salerno, si scarcerino tutti i prigioni per debito e si paghino del mio, e si facci grazia a tutti quei che han remissioni delle parti. E per voi, Eufranone caro, scriverò e supplicherò Sua Maestá che vi si restituisca quello che ingiustissimamente vi è stato tolto. DON FLAMINIO. Poiché a tutti si fa grazia, sará anco giusto che l'abbi Leccardo il parasito.
Cosí Amore, terribile dio a cui i greci con sinceritá di cuore mandavano voti e preghiere, nelle poesie de' moderni diventò un fantastico garzoncello, freddo emblema d'un sentimento; e cosí tutti gli dèi dell'Olimpo non riuscirono altro che figure poetiche. Quando Pindaro nelle sue odi invoca Giove ed Ercole, la sua espressione è per se stessa naturale e piena di seria maestá.
PARDO. Non ho tempo da spendere in chiacchiere. TRASIMACO. Fermatevi, dispetto di Marte. Si trattengono a ragionar meco la maestá di quel di Spagna e del Gran Turco, e voi non vi degnate ascoltarmi. PARDO. Spedetela in brevi parole. TRASIMACO. Quanto v'ha detto di me quel furfante di Gulone, tutto è mentita. PARDO. M'ha detto che sète un gran capitano e ricco e veritiero.
ISOCO. Non dite cosí; ché la generositá dello aspetto, la maestá della bellezza sforza ancor le genti barbare a non cercarle cosa contra il suo volere: e io vi giuro poiché mi fu referito che i corsari che me la ruborno, la vendero come la tolsero da mia casa, con speranza di cavarne piú guadagno.
Era stato uomo capace, forse virtuoso in gioventú; erasi pervertito tra le ambagi, gli artifizi, gli ozi, i vizi dell'aspettazione; era falso, sospettoso, crudele e perduto in voluttá, quando imperiò a cinquantasei anni. Die' subito grande effetto alle leggi di maestá; accrebbelo coll'incoraggiare, istituzione nuova, i delatori.
Laonde la Santitá del sommo pontefice, la Maestá cesarea ed altri re e prencipi a chi spetta tal impresa, abbracciando questo fatto, potrebbono per legge publica ordinare che tutto ciò osservato fosse. E cosí anco è sempre stata ed è mente delli re, prencipi e signori che da ciascuno sia ricevuto nelli pagamenti tutto quello che di ragione e veramente aver si debbe.
Parola Del Giorno
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