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Se un giorno udrete ciò che avrò fatto, ricordatevi il nome che m'avete sempre dato, dalla prima volta che mi carezzaste: ricordatevi che mi avete chiamata ed amata come vostra figlia: a una figlia voi pregherete indulgenza.

Cosí l'amore del proximo, spirituale e temporale, vuole essere beiuto in me, senza alcuno rispecto. Io vi richiegio che voi m'amiate di quello amore che Io amo voi. Questo non potete fare a me, però che Io v'amai senza essere amato. Ogni amore, che voi avete a me, m'avete di debito e non di grazia, però che 'l dovete fare. E Io amo voi di grazia e non di debito.

Come il medesimo desiderio ha spronato l'uno e l'altro, voi a partire ed io a desiderare il vostro ritorno; cosí la fortuna ave oprato che di nuovo ci rivediamo con sommo contento dell'uno e dell'altro, se ben che voi m'avete fatto aspettare, eh?

Compare, gli domandai sottovoce, mi fareste il piacere di dirmi perchè quella sgualdrina chiama il vostro capo ora il Marchese, ora il Capitano delle Montagne? Compare Nino lasciò un osso di capretto che stava stritolandolo addirittura, e mi rispose: Compare, è un segreto del nostro capo.... però voi m'avete liberato da un gran pericolo, e non posso negarvi nulla: ma!... Oh, non dubitate.

LIDIA. Oimè, che subiti mutamenti son questi? questo è dunque l'amor che cosí caldamente dimostravate portarmi? CINTIA. Che mutamenti? che amor? io non so che vi dite. LIDIA. Non merita tali risposte quello che ho fatto per voi. CINTIA. Che cosa faceste voi per me mai? LIDIA. Eh, Cintio, non mi straziate piú di quello che sin qui fatto m'avete!

PEDOFILO. So che piú volte m'avete chiesta Amasia per isposa di vostro figliuolo; e perché me la chiedevate con grande istanza, stimo che avevate prima giudicato tra voi e me non esservi molta disaguaglianza di nobiltade o di ricchezza. SINESIO. Cosí ho sempre stimato certo.

Se vi ho dato ascolto, se son venuto fin qui, se ci torno, è stato ed è solo perchè voglio veder io, quando si tratta di far del bene.... Certo che ; conosco il suo cuore, Illustrissimo. Se io le ho parlato ancora di questa famiglia, l'ho fatto per premura.... Eh! voi siete un volpone; vi conosco, galantuomo! M'avete dato a credere che la giovine sia una perla.... E lo mantengo.

Voi m'avete scelto a vostro rappresentante nel futuro Congresso operajo. Non potevate farmi più alto onore e vi serberò riconoscenza perenne; ma non posso accettare e devo accennarvene le ragioni. La prima è nelle mie condizioni fisiche.

LAMPRIDIO. Forestiere, m'avete tolto in cambio, perché chiamate Lampridio un che si chiama Eugenio. FILASTORGO. Il nome e i panni t'arai potuto cambiare, ma l'effigie è quella istessa che avevi in casa mia. LAMPRIDIO. Tu sei troppo fastidioso: vuoi a forza ch'io ti conoschi non conoscendoti. FILASTORGO. Non conosci tu Filastorgo? LAMPRIDIO. Non ho inteso nominar tal nome giamai.

Non so che volete da me: m'avete tolto la vita, l'onore e l'anima. CINTIA. Veramente che voi dovete sognarvi, dovete dormir ancora. LIDIA. Piacesse a Dio che dormisse, piacesse a Dio che mai mi svegliasse o fusse morta mille anni sono per non udir quel che sento!