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Aggiornato: 26 maggio 2025


DULONE. Questo s'acquista per dirsi il vero a' padroni e per tener dal suo onore. ERASTO. Non mi sono accorto io che da certi giorni in qua tu l'odii? DULONE. Perché da certi giorni in qua m'accorgo che vi tradisce. ERASTO. È gentiluomo, non fará cosa cattiva. DULONE. Quel che non fa la natura, lo fa il mal uso.

Io non so, gli diceva con quei suoi modi soavi, perchè voi non troviate fuorchè sgomenti nuovi guardando nell'avvenire, mentr'io invece non posso che lasciarmi andare ad ogni speranza considerando quanto mi avete detto. Ben m'accorgo che c'è da piangere assai sulle nostre condizioni presenti, ma vedrete pure che Iddio, se ci ha messo alla prova, ci preparer

PIRINO. O fortuna, sei piena d'aggiramenti! sperava da te mia madregna qualche effetto di madre, ma m'accorgo ch'ancor sono ammogliato con la disgrazia, perché non fo un disegno, che la fortuna non ne faccia un altro in contrario. FORCA. Ma io, sciocco ignorante, come non avessi mai fatto altra truffa, ho avuto fede ad uno che ha mancato sempre di fede.

Così io ti rivedo, o mio Manfredo, disse lo Sforza, ti rivedo abbattuto dalle tante sventure che hai subite per me, narrandomi le quali, il Morone mi fece tremare e fremere, sebbene te ne sapessi uscito oramai. Però m'accorgo che sul tuo volto i tempi calamitosi hanno lasciato la loro impronta. E per verit

M'accorgo che ti sta presente come quando lo ricopriva il lenzuolo inzuppato del suo sangue, e tu lo vedi come allora sfigurato e irrigidito... Ma che pretendi? Puoi tu far apparire gli estinti in queste caverne?... Che guardi?... Che ascolti? forse qualche spirito uscito dalle viscere della terra, non visibile a noi, qui s'aggira e ti parla?"

FESSENIO. Sei desso, ; e sei anche maschio. LIDIO maschio. Io voglio, or ora, andar dove sai. FESSENIO. Orsú! Vanne a Fulvia, va', mercatante di campagna; che darai olio e piglierai denari. LIDIO femina. Or be': che di' tu? FESSENIO. Se cosa fatto o detto t'ho che dispiaciuta ti sia, perdonami; ché or m'accorgo che per il padron mio ti presi in scambio. LIDIO femina. Chi è il padron tuo?

«Ed è gran ventura, giacchè m'accorgo che tu non eri gran che disposto a snocciolarmeli.» «Sei di buon umore, amico.» «E tu non mi sembri gran fatto tristo.» «Del resto, tornando a noi, io ti dico che il tiro non ti ha colto al segno, giacchè se tu sei uomo d'onore, m'avrai presto a sborsare i cinquanta fiorini che hai promesso.» «Davvero?» «Non ischerzo.» «Dunque che cosa hai a raccontarmi

Ma il prete non aveva perduto nessun moto dell'uomo che gli stava dinanzi; e leggendogli in viso il terrore dell'anima, pensò che, forse per la prima volta, ciò che v'ha di più arcano nella natura percoteva l'opulento e corrotto patrizio. E satisfatto abbastanza ch'egli provasse quel terrore, anche senza confessarlo, ripigliò con voce più riverente: M'accorgo, signore, ch'io forse tratto con soverchio calore una giusta causa; ma ella mi perdoner

PARDO. Io credo che si se cercasse per tutto il mondo fra vecchi canuti il piú balordo, stordito, goffo e scimunito, che sarebbe da me di gran lunga avanzato di balordaggine e di sciocchezza, perché m'accorgo che sono stato beffato, aggirato da quel furfante di Trinca e da mio figlio.

Sta bene, sta bene, sta bene ripeté cantarellando l'americano; m'accorgo che hai bisogno di leggere certa scrittura. E mi porse una vecchia carta, un contratto. Discesi cogli occhi alla firma e lessi un nome a me ignoto: Tom Tompson.

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