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Aggiornato: 29 luglio 2025


La voce di don Carmelo era avvinazzata; e donna Lia rispondeva soltanto coi singhiozzi e con l'esclamazione: Madonna Santa! Tutt'a un tratto... Cardello si era rizzato sul pagliericcio steso in un angolo. Avrebbe voluto accorrere.... Nel buio accadeva certamente qualcosa di terribile. Don Carmelo bestemmiava, donna Lia gridava: Oh Dio! No! No! Cardello gridò: Don Carmelo!... Donna Lia!....

Bisognava far la domanda quanto più presto, e stringer le cose: aveva accomodato gli affari suoi alla meglio, ma bisognava provvedere definitivamente e presto, se non voleva rovinarsi. Lia aveva una buona dote: avrebbero messo casa con lusso, comprati quattro cavalli inglesi e due carrozze.

Essi passeggiavan divisi e lontani dall'ergastolo borbonico per coprire il loro disegno e Cozzo, or sapendo che la prigione racchiudeva il suo tesoro, la sua Lia era d'un'impazienza indescrivibile di cominciar a menar le mani. Poi si sapeva delle due bellissime forestiere compagne della palermitana la di cui fama s'era duplicata sotto il velo del mistero.

Lucia nimica di ciascun crudele Si mosse e venne al luogo dov'io era Che ivi sedea con l'antica Rachele. ¶ Si come nella Bibbia si contien Jacob pare che due sirocchie insieme per sue mogli avesse, cioè Lia e Rachele, per la cui continenza figurate sono alla vita attiva e alla contemplativa; delle quali per la contemplativa la seconda, cioè Rachele si considera.

Ella introdusse nella camera nuziale la schiava Agar. Rachele non aveva prole da Giacobbe. Ella permise alla sua fante Balah di entrare nel suo talamo. Lia, per la medesima ragione, gli presentò la sua schiava Zilpah. E quella stessa Rachele permise alla sua sorella Lia di rivedere suo marito, per qualche ramo di mandragora. Basta sclamò Taddeo IX. Gli è ciò che io voleva sapere.

Costui era sempre allegro; raccontava storielle che facevano fin sorridere donna Lia, suonava la chitarra, cantava canzonette un po' sboccate, e quando don Carmelo dimenticava di far prendere il solito litro di vino, diceva a Cardello: Senz'offesa, don Carmelo... mando il ragazzo qui vicino. Su, panperso: un litro, e del migliore.

Cardello, vedendo il viso rabbuiato e gli occhi torvi dell'Orso peloso indugiava, per non lasciare donna Lia sola con lui. Quel peggioramento della bambina capitava proprio in mal punto. Con che animo la disgraziata avrebbe potuto far la parte di Colombina quella sera, se lui stesso prevedeva di non saper dire due parole per conto di Peppe-Nappa e di Peppe-Nino?

Quando si dice il destino! Era proprio vero: ognuno ha il suo destino!... Se don Carmelo non avesse ammazzato la povera donna Lia la rivedeva come in quella notte, in una pozza di sangue, coi capelli sciolti e le mani increspate dalla convulsione della morte egli errerebbe ancora di paese in paese, non sempre sicuro che l'Orso peloso guadagnasse da regalargli qualche paio di lire al mese e da dargli da mangiare ogni giorno; e forse, all'ultimo, si sarebbe trovato su una via, senz'arte parte....

Gl'introiti delle serate andavano benissimo. Folla ogni sera, da dover rimandare la gente; e a desinare vassoi di vermicelli e tocchi di carne e frutta e vino: sembrava carnevale ogni giorno, come diceva Cardello, che ingrassava a vista d'occhio. Donna Lia (era naturale) stonava in mezzo a tutto quello sperpero e tra tanta allegria, vestita di nero, con gli occhi cerchiati di livido perchè appena restava sola, con la porta chiusa, si sfogava a piangere la morticina del suo cuore, quasi non fosse gi

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