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Aggiornato: 2 maggio 2025


Ma siccome non ho tempo da perdere, lascio che ve ne formiate voi un concetto colla fervida immaginazione, mio candido lettore, e che ve la raffiguriate voi, guardandovi nello specchio, mia adorata lettrice.

Qui la lettrice alzer

O lettrice cortese, non dir che t'ho ingannata! È vero, troppo semplice novella io t'ho narrata! La colpa non è mia ma degli umani eventi!... Una storia monotona han gli amori innocenti! È un calcolo infinitesimale; È l'acqua, che può forse aver nome termale, O salsa, o benedetta, o tofana, o stagnante, Ma s'assomiglia sempre con ben poca variante! E quest'acqua è il racconto.

Vi dovette essere qualcuno che t'insegnò tanta malizia, o lettore devi avere qualche segreto potere che ti fa forte contro le infinite tentazioni della penna, contro le molteplici e svariate seduzioni che dalla mattina alla sera sono la ricerca degli scrittori: tu sorridi quando ti si chiama benigno, benevolo, simpatico, quando ti si dice bella lettrice; sorridi e passi avanti.

Aspettai, accarezzando la piccola lettrice. L'altra piccina avea posata la sua bambola ed era venuta a porre il capo in grembo a miss Yves. Questa mi porse il foglio e si mise pure a baciare ed accarezzare la testolina bionda. Lessi stando in piedi presso al tavolino.

Tremava, per commozione profonda, la voce della bella lettrice; e gli occhi del capitano Fiesco si erano velati di lagrime. Com'è vero! diss'egli. È questo il grido dell'anima. E noi lo sentiremo; rispose Fior d'oro; e correremo a lui, non è vero? Messer Bartolomeo si turbò forte, a quell'altro grido dell'anima. Andrò certamente; balbettò egli. Ma tu.... Ed io con te. Potrei forse lasciarti solo?

O mia lettrice, oggi io vi brontolo nel quarto d'oretta della vostra insidiosissima e stanchissima noia, quando voi, sotto le coltri e il baldacchino e magari la protezione di una Madonna su fondo d'oro, vi provate ad aprire gli occhi per rivedere intorno, nella camera da letto, nel disordine d'una battaglia stizzosa, e sul tappeto e sulle seggiole e sui tavoli, la vostra gonna affiorata, una nuvola antica di luci temporalesche, e il vostro busto a cordelle, tutto a schiume di trine, e un vostro guanto a bracciale, ancora colla pienezza rotonda delle vostre polpe, e le calze rosate in avvolgimenti serpentini, e le scarpette Montespan coi tacconi fiaccati dalla danza perversa.... Vi ricordate tutto?

O gentile lettrice, ecco che la vostra cameriera entra nella stanza da letto, e, raccogliendo in una cesta imbottita la vostra gonna, il vostro busto, e le calze e le scarpine, vi domanda: O-dov'è l'altro suo guanto a bracciale? Era tanto sucido che devo averlo buttato per via stamattina, così rispondete. Quando la vostra carrozza dava un subito balzo, perchè un ubbriaco attraversava la strada?

La nostra sconosciuta, che non aveva chiodi di configger nelle tempia a Sisara, testa da troncare ad Oloferne, e che però ci aveva la coscienza tranquilla, dopo quel primo atto di meraviglia, compose le labbra ad un sorriso; un bel sorriso, in fede mia, e che illeggiadriva di molto le sue bellissime labbra. Essa era bella, mio candido lettore, bella quasi come voi, mia adorata lettrice.

I due amanti si sentirono abbandonati, una grande freddezza si ingenerò fra loro. Carlo trovava che le virtù della sua fidanzata, quelle virtù che rifulgevano nelle lettere, si appannavano nella casa; Maria pensava spesso che Carlo era un poco triviale nei suoi gusti e che finire con un matrimonio stupido un amore così tempestoso, era indegno di una lettrice del Mastriani. Vi fu fra loro qualche paroletta vivace sulle illusioni smentite dalla realt

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