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Aggiornato: 15 luglio 2025
Quando Leone colla sua Corte saliva per lo scalone principale del castello, per un'altra scala entravano, sotto un atrio del primo piano, due uomini che noi conosciamo, accompagnati da un servo. Erano il Morone e l'Elia Corvino. Pervenuti innanzi ad un magnifico vestibolo, dove il servo si fermò indicando che quello era il luogo che volevano: Tu entrerai qui dentro, disse allora il Morone al Corvino; ho gi
Era a veder, quale è cercando il lito Libico arcier d'aspro leone in caccia, Che se l'orrida belva alza ruggito Tra' cari armenti, il pastorel n'agghiaccia, Ed ei feroce, e ne i perigli ardito D'insolito vigor sparge la faccia, E sfavilla per gli occhi e corre al varco, E disposto al ferir contorce l'arco.
Tali uomini non possono cessare di dominare che rimanendo sopraffatti nella lotta, dalla sorte medesima. Strana idea quindi questa di porre il leone côrso su quest'isola, tra la Francia e l'Italia, giusto nel punto dove più bruciava la sua passione di dominio.
Cugino Bartolomeo, gli aveva detto, temperando con un suo risolino l'impertinenza della domanda, che v'è saltato in mente di prendere per servitore uno spagnuolo? Siamo per Francia, noi, non per Castiglia e Leone. Ah, sì? aveva risposto Bartolomeo Fiesco. E meglio per noi, che non fossimo per nessuno. Quanto alla gente fidata, si raccatta dove si trova.
Leone III era andato solennemente incontro a Carlo a Nomentum con i maggiori dignitarii della chiesa, una parte della nobilt
Dove vai, Fathma? chiese egli all'almea. A quella casipola che vedi laggiù sull'orlo di quel campo di durah, rispose Fathma con voce dolce. Non occorre che tu mi accompagni, il leone che uccise il povero Daùd non mi minaccia più. Notis era disceso da sella e si era avvicinato al mahari dell'arabo.
Finalmente il gatto arrivò a un bel castello, di cui era padrone un orco, il più ricco che si fosse mai veduto; perchè tutte le terre, che il Re aveva attraversate, dipendevano da questo castello. L'orco l'accolse con tutta quella cortesia che può avere un orco; e gli offrì da riposarsi. Verissimo! rispose l'orco bruscamente, e per darvene una prova, mi vedrete diventare un leone.
Dicono che ogni rione avesse uno stemma suo: l’Albergaria, un serpente verde in campo d’oro; Siralcadi, Ercole sbranante un leone; la Loggia, l’arme di Casa d’Austria; la Kalsa, una rosa. Chi voglia sincerarsene, vada alla microscopica piazzetta del Garraffo all’Argenteria vecchia, e li trover
Del mio intervento? Sì, è in voi sola che adesso noi riponiamo l'ultima nostra speranza. Alla Ginevra non parea vero di udire quei truci figliuoli del Baglione a parlare di quella guisa. Ma in qual modo, disse poi, io posso giovare codesta speranza vostra? Noi sappiamo che Leone sa benissimo chi siete.... e che più d'una volta ebbe a pensare a voi.
Erano passati due mesi, quando una notte ebbi la brutta idea di invitarlo a cacciare il leone. Io camminavo innanzi e lui camminava dietro a me. Avevamo percorso parecchie miglia, quando quel miserabile scagliossi a tradimento su di me cacciandomi la sua scimitarra in una coscia. Caddi a terra. Lui mi calpestò, mi sferzò il volto con un corbach poi, non contento, mi sputò in fronte.
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