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Aggiornato: 12 giugno 2025
Oropa, 27 agosto 1874. Amica, Devi sapere ch'io sono venuta ad Oropa coll'Albo da disegno e qualche libro, di quelli che, scritti in faccia alla natura, vogliono essere letti sotto l'immenso cielo, con una zolla d'erba a leggìo, con un fiore a segno, coll'auretta che ne volge le pagine, quasi profumando i pensieri ad esse consegnati. Cara amica, tra pochi giorni io partirò da questi monti! Sono certissima che l'albo mi far
Sì, grazie, dice Anne-Marie, appressando all'orecchio il manico del violino, e con le dita della destra pizzicando leggermente le corde. Poi, con gesto deciso e rapido lo appoggia alla spalla sinistra e si mette in posizione. Di nuovo il direttore d'orchestra batte due colpi secchi sul leggìo, e alza il braccio. Br-r-r-r-r-r, rullano i timpani.
«Egli mi ringraziò con uno sguardo, poi cercando fra i fascicoli di musica l'aria della Straniera che era stata causa del suo malumore, e mettendola sul leggìo, mi disse: « Canti un poco per riposarsi dallo studio. «Compresi che voleva così ringraziarmi secondando una mia predilezione, e cantai.
Nessun occhialino: sarebbe stato ridicolo a tre metri di distanza. Il maestro di orchestra, un disgraziato pagato ad un franco e cinquanta per sera, squadernava sul piccolo leggio la vetusta mazurka, volgendo una occhiata pietosa agli otto professori suoi colleghi, che si godevano una paga giornaliera variabile da settantacinque centesimi ad un franco.
A pranzo, faceva bere molto vino spumante a lei e a lui, poi li lasciava soli, con un pretesto qualunque, dicendo magari che doveva partire per un giorno o due: tornava invece d'improvviso dopo un par d'orette, e li trovava seri, composti, accigliati, come sempre, seduti davanti al pianoforte, con l'eterna romanza Vorrei morir sopra il leggìo.
Anne-Marie con un piccolo gesto del capo per gettare all'indietro i leggieri capelli, avvicinò all'orecchio la voluta del violino, e pizzicando piano le corde, ne ascoltò il mormorato responso. Il direttore d'orchestra ritto al suo posto con la bacchetta in mano, la guardava, pallidissimo. Anne-Marie gli fece con la testa un piccolo cenno, ed egli ribattè due colpi secchi sul leggìo.
Il direttore batte di nuovo la bacchetta sul leggìo, fa un segno speciale al contrabasso di sinistra, che non smette dal voltare pagine di musica, e.... tac-tac si affronta una indemoniata sinfonia di Berlioz, nella quale tutti hanno da sudare un paio di camicie, specialmente il contrabasso, che nell'orchestrina limitata, deve sostenere quasi tutto il motivo dominante.
«Benissimo! fecero in coro le sorelle Zolli. «Perfettamente eseguito! esclamò Svarzi, aprendo su 'l leggio un altra musica tolta a caso; e la musica era una suonata di Beethowen. «Questa non piacer
Quella triste melodia d'amore aveva echeggiato lungamente tra le vecchie pareti. E quand'ebbe finito, tutta la sala pareva impregnata di quegli accenti.... Al vedere quella musica sul leggìo e quel cembalo ancora aperto, il conte si sentì rabbrividire.
Si alzò, e poichè si vide dinanzi il cembalo, andò a sedersi alla tastiera, su cui non metteva le dita da parecchi mesi, e accesi i torchietti, si fece a suonare quella stessa musica che vide squadernata sul leggio. La era una mazurka, ed egli suonò la mazurka; poi diede di mano ad un altro quaderno, e suonò quel che c'era, dalla prima all'ultima nota, senza nemmanco badare al genere del pezzo.
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