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Aggiornato: 30 settembre 2025


In una parola, una fisonomia petulante, piena di vita, di violenza, di passioni sensuali, prontissima alla collera. Egli era carnefice, tra i carnefici commissari di polizia in Napoli. È restato come una leggenda. Conservò il suo cappello sul capo. La camera era dipinta a verde.

Molti potrei raccontarne, se non udissi alcuno de' miei lettori domandarmi se questa sia una leggenda di santi. Dirò dunque soltanto come una volta (questo accadde in Varese mentre egli trovavasi col

Chiesi ad un pastore che cosa fossero quelle rovine, e mi rispose: Sono le rovine del castello nero; non conoscete la leggenda del castello nero? Veramente ve ne sono di molte e non si narrano da tutti allo stesso modo; ma se desiderate di saperla come la so io.... se.... Dite, dite, io interruppi, sedendomi sull'erba al suo fianco.

Lo circonda la epigrafe . S . DOMINVS . SPALETI. Il rovescio offre al consueto il simbolo della Repubblica attorniato dalla leggenda +. SANCTVS. MARCVS. VENETI.

Dante aveva più ingegno di Napoleone, ma non si è cominciato a valutare davvero la sua opera che al principio del nostro secolo. Chi oggi vorrebbe essere stato Dante? Chi non ha sognato di essere Napoleone I? Forse il poema di Dante non ha procurato al pensiero tante soddisfazioni quante la biografia di Napoleone! La sua leggenda è stata l'ebbrezza di questo secolo.

E tutto questo, che par leggenda, è storia, o meglio: è l'una e l'altra cosa ad un tempo, poichè di leggenda la vita di Garibaldi presenta gi

Lavai, cantando, i panni alle sorgenti boschive, e fui Nausicaa gioconda che mentre lava specchiasi nell’onda, sorridendo a’ suoi glauchi occhi lucenti. Libera principessa della tenda gitana, a notte noverai nei cieli gli astri, e composi con ben scelti steli magici beveraggi di leggenda.

La leggenda da alcuni si reputa bugiarda perchè narrata da G. Leti nello Itiner. della Corte di Roma t. 1; ma io per me non la tengo meno falsa per leggerla nella Disciplina degli Spirituali scritta da quel santo uomo, che fu frate Domenico Cavalca da Vico pisano. Epis. ad solitarios. Epis. ad Anast. Thessalonic, c. 5. Epis. ad solitarios.

«Egli m'è sovvenuto di certa leggenda antica, di que' poveretti che andavano al camposanto sepolti senza lenzuolo, e il dei morti, uscendo da terra per andare a salutare i parenti e gli amici, non avevano un cencio di che coprire le loro miserevoli nudit

Nel rovescio il leone alato accosciato sulle zampe posteriori, e più tardi il S. Marco in soldo parimente chiuso da un cerchietto, ed oltr'esso la leggenda + VEXILIFER VENETIAR. Vedremo tuttavolta questo tipo variare nel secolo XV dopo la ducea di Tommaso Mocenigo.

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