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Aggiornato: 31 maggio 2025
Al mio aspetto benché oppresso dagli anni e da' malanni voi potete congetturare ch'io dovea essere un giovane svelto, e capace di tener testa a dieci preti. Eppure quel lucifero fu tanto astuto da tendermi un'imboscata nella quale poco mancò ci lasciassi la vita. Invano egli aveva grassamente pagati vari sicari per farmi la pelle.
No, ve ne supplico; interruppe il Giuliani. Non una parola di più! Fallirei alla vostra stima, alla mia, se vi lasciassi proseguire. Chi siete? Lo so: un amico. Donde venite? Dal dolore, poichè v'accostate a chi soffre. Non basta ciò forse?
Che voce avrai tu piu`, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', pria che passin mill'anni? ch'e` piu` corto spazio a l'etterno, ch'un muover di ciglia al cerchio che piu` tardi in cielo e` torto. Colui che del cammin si` poco piglia dinanzi a me, Toscana sono` tutta; e ora a pena in Siena sen pispiglia,
Vieni, vieni, Gaetano, soggiunse Monti. Vieni a mangiare un boccone con noi. No, no, disse il giovane visibilmente imbarazzato. Avrei bisogno di parlarti. Parla pure. Guarda che bell'innamorato! disse Teresa con un cenno burlesco di sdegno. Non dice nemmeno una parola alla sua sposa! Meriterebbe che lo lasciassi in piedi. E così dicendo, avvicinava una sedia. Ma Tognetti rimase in piedi.
Che diresti di me se, mentre tu fossi qua a sfrombolare quella colombaia, come la chiami tu per dispregio, non ricordando che l'hanno murata i Genovesi tuoi padri, io lasciassi calare quattromila uomini a far impeto sui tuoi passavolanti, cortane e falconi, in un luogo dove non potrei certo spiegare tutta la mia gente in battaglia?
Pochi sermon si son tra loro usati: non vi fu indugio, non vi fu intervallo, che i ferri de le lance hanno abbassati. Ma mi parria, Signor, far troppo fallo, se, per voler di costor dir, lasciassi tanto Ruggier nel mar, che v'affogassi. 47 Il giovinetto con piedi e con braccia percotendo venìa l'orribil onde. Il vento e la tempesta gli minaccia; ma più la coscienza lo confonde.
Non era possibile; ne conosceva dunque la causa, e lo sapeva ragionevole. Ahimè! non vi era più dubbio. Come fu presso all'imbrunire la pregai che andasse a letto; il riposo le avrebbe fatto bene. In vero ella era molto abbattuta; passeggiava per le camere, ma ad ogni tratto era costretta a sedersi. Alla mia preghiera rispose con mestizia non averne voglia, la lasciassi ancora qualche ora.
Fausta non si accorgeva di nulla, lieta che la lasciassi interamente dedicata alla sua creaturina. Mia madre però osservava con sguardi inquieti il mio contegno, e non osava di interrogarmi, quasi avesse paura di veder confermati i sospetti che il mio silenzio, il pallore del mio volto, la cupezza della mia voce nelle brevi risposte che davo, le avevano fatto concepire.
PANDOLFO. Canchero! questi sono mali scherzi. E par che sia piú tosto pallido divenuto. CRICCA. Pensa il ladro che se or è trasformato in Guglielmo, che mai piú abbi a divenire vignarolo e farci star in forsi dell'argento ancora. PANDOLFO. Non ha tanta malizia, è un bestiale. CRICCA. Ed i bestiali sogliono essere maliziosi; ma sarei piú bestiale di lui se mi lasciassi burlare da un par suo.
Che voce avrai tu piu`, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', pria che passin mill'anni? ch'e` piu` corto spazio a l'etterno, ch'un muover di ciglia al cerchio che piu` tardi in cielo e` torto. Colui che del cammin si` poco piglia dinanzi a me, Toscana sono` tutta; e ora a pena in Siena sen pispiglia,
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