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È innegabile che Ferruccio lo teneva piuttosto male, costretto com'era a camminare in punta di piedi per non parer meno alto della cugina. Per peggio tirava vento, e ogni tanto una raffica faceva piegare l'asta ora da una parte, ora dall'altra. Io faccio la doccia dal lato destro, osservò Cecilia. E io dal lato sinistro. Vuoi lasciar provare a me? disse la giovinetta. Lasciarti l'ombrello?

ATTILIO. Angoscie, amaritudini, la morte istessa. EROTICO. Di che viverete? ATTILIO. Della propria morte. EROTICO. Deh, caro amico, non lasciarti cosí trasportar dal dolore! E quel legame d'amicizia, che insieme ne stringe, mi astringe che non ti lasci partire. ATTILIO. A dio, caro amico.

Ma ti accompagnerò io.... non voglio lasciarti solo.... disse Roberto. Andarono pel lungo corridoio, scesero le scale, entrarono in una stanza bassa: la camera di Marco. Per tutto Roberto vide immagini di santi: libri di devozione: sui mobili, gettati qua e l

|Grisostomo|. Mi sia lecito dunque parlare a chi non ne sa niente. |Tutti|. Parla, parla; vogliamo essere indulgenti tutti, e lasciarti dire.

Ad un tratto si fece seria e disse: Ma e tu mamma resterai sola! non ho cuore di lasciarti. Ora sto bene, e sono contenta che tu vada a divertirti; non pensare a me, la sera ho il babbo e di giorno ho la mia macchina che mi tiene compagnia; piuttosto ringrazia queste signore che hanno voluto farti questa sorpresa.

O Lidia, potessi darti una posizione agiata e vivere a lungo, se mi ami: e se non mi ami, morire presto per lasciarti libera e con qualche mezzo. 30 marzo. L'altro , credendo di vederti, o Lidia, ho sentito una specie di ebbrezza: ieri, cercandoti nella via Manzoni, ho sentito uno spavento che non Ti so dire. E chi sei tu?

PEDANTE. Perché sei un forfante che ad altro non pensi che mangiare. LARDONE. Come si parla di mangiare e di bere, sono un forfante; come non darmi da mangiare e bere, son piú che fratello carissimo. PEDANTE. Ti vorrei attaccar la bocca con una cannella piena di vino e lasciarti bere fin che crepassi; e dire: Vinum sitisti, vinum bibe. LARDONE. O che crepar dolce!

In quanto a te, se mai ti nascesse voglia di scrivere romanzi in Italia sul fare di questi, va' cauto e fa' di non lasciarti traviare in soggetti non verisimili, quando essi siano tolti di peso dalla fantasia tua.

Dover lasciarti per tre anni! ripetè di Reana seguendo il corso dei suoi pensieri Essere in capo al mondo, e saperti qui circondata da gente che non risparmier

« Tu sei un angelo, mi rispose singhiozzando; ed io debbo perderti, lasciarti per sempre... «A quella parola una luce fatale si fece nella mia mente. Misi un grido e scoppiai in pianto. «Povero, caro babbo! Egli, tanto ammalato, mi consolava in quel supremo dolore. « Il tuo cuore ti ha detto la verit