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Aggiornato: 12 giugno 2025
Per chi mi aveva presa egli dunque?... «Ah, io mi lamento a torto! È forse provvidenziale che sia finita così! Egli mi avrebbe forse abbandonata dopo avermi avuta, come una cosa inutile ormai!... Mi ha lasciata prima; anche questa è una specie di lealt
Non era più un rimprovero il suo, non era più un lamento; era una preghiera audace, insistente, che tentava Lalla, che la stordiva, avvolgendola in un assopimento, in un'inerzia voluttuosa.
Accennò con gli occhi che voleva parlare, e quando il fratello allentò la stretta, Peppe Sala, disse come in un rantolo, e s'abbandonò contro la parete. Carluccio quella notte non dormì; stette supino nel letto, a occhi aperti, meditando. Egli non sentiva nemmeno un lamento che di tratto in tratto veniva dalla carboniera, dove avevano chiuso la povera Rosa.
E il suo lamento di cencio umano ove la morte ringhia, con nuove corde aspre di punte avvinghia il mio bisogno eterno di tormento.
E sopra questa. tue dorate piume Disserra. sì che cangi modo e pelo E fa che ascolti il suon. dil mio lamento Se. è ver che tu sia dio. come dir sento. Cusì orando a Cupido. giunge a Madonna Chyreresis. e dice.
E inviterei: Moviamo al tempio di san Matteo, monumento de' Doria, al san Donato dalla torre costantinopolitana: a san Tomaso, al san Marco col Veneto lione, che rugge ancora coll'ultimo lamento di Andrea Dandolo, il suicida di Curzola memoranda; che freme ancora all'invisibile sogghigno trionfale di Pagano Doria trascinante dalla poppa della galea capitana lo stendardo de' Veneziani. Andiamo al Campo Pisano: ivi i tredicimila prigionieri fatti alla Meloria cainesca e le larve disperatissime dei tremila uccisi fecero ringhiare il proverbio tremendo: Chi vuol veder Pisa vada a Genova : i catenoni del porto della rivale furono tagliati a pezzi, perchè potessero essere appesi qua e l
Mi parlò d'arte e di letteratura; deplorò l'abiezione dei comici, avviliti dall'indifferenza del pubblico e dagli incessanti dissesti economici. Lamentò la prevalenza soverchiante dell'opera musicale, più atta a ramollire gli animi che non ad invigorirli. Degli scrittori drammatici, scarsi a quell'epoca e indegnamente rimunerati, deplorò le miserevoli condizioni.
Di qui passerete un giorno sposa! lamentò Ugo. Può essere la porta che conduca al paradiso o all'inferno! susurrò Imilda. Oberto mosse un secondo passo. Piet
Era sicura che sua madre non l'avrebbe tradita, che sarebbe morta senza dire una parola, senza mai un lamento, e nel disordine dei suoi pensieri e dei suoi affetti, di contro agl'impeti della gelosia, le prorompeva dal cuore la gratitudine più viva per la mamma buona che si sacrificava per lei, che le aveva conservato l'amore e la stima di Giorgio!...
Imilda, che seguiva Ugo alla lontana, colla testa chinata, stringendo la bambina, non resse più allo schianto del cuore, si arrestò, volse indietro la faccia, e chiamando: Ugo! Ugo! lamentò due volte: Quella povera bestiuola pare la ci saluti!... Perché non l'abbiamo condotta con noi? Ella forse cerca la padroncina....
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