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Aggiornato: 12 giugno 2025


La Nena non si perdette d'animo e con quell'eloquenza che prorompe dal cuore, tornò a scongiurarlo di perdonare alla Signora contessa e di non farle del male. Gli disse che a questo solo patto ella sarebbe stata la sua serva, la sua schiava, che egli non avrebbe più udito dalla sua bocca un rimprovero, un lamento e che non gli avrebbe più rinfacciato la pace, l'onore perduto.

Anche la sventura ha il suo pudore; le grandi sventure passano in mezzo agli uomini tacitamente; il loro lamento sale al cielo, ed è un ruggito.

De Nittis, seduto a' piedi della culla, guardava ora Bice ed ora il bambino, quasi ugualmente agonizzanti, senza che la sua anima, immobile dinanzi a quella dissoluzione pigra ed inesorabile di tutto ciò che aveva amato, potesse gettare un lamento. Il bambino non gli apparteneva gi

Lamento sui fuggiti anni primieri, Che fecondi di speme Iddio mi dava, E di ricchi d'amore alti pensieri! Tra giubili ed affanni io m'agitava, Ed incessanti studi, e bramosia Di sollevarmi dalla turba ignava; E spesso dentro al cor parola udìa Che diceami dell'uom sublimi cose, Tali che d'esser uomo insuperbìa.

Udendo poi che il fanciullo non cessava il lamento, per quella antica abitudine, che nessuno raziocinio varr

D'ogni creatura la quale ha in ragione mi doglio e mi lamento, ma singularmente degli unti miei, e' quali debbono essere umili perché ogniuno debba avere la virtú de l'umilitá, la quale nutrica la caritá, e perché sonno facti ministri de l'umile e immaculato Agnello, unigenito mio Figliuolo.

Deve soffrire nel sonno, perchè sudori affannosi gl'imperlano la fronte; le braccia si agitano convulsive, la mano stringe il pugno, e voci di lamento escon di quando in quando dalle sue labbra; di un'angoscia grande, infinita. Il suono delle campane non lo desta, ma gli procura un po' di calma. Egli si tranquilla per un momento.

Quando, nel silenzio della notte, ogni cosa dorme nella natura, e la vita sembra ovunque sospesa, ad un tratto dal fitto del fogliame escono alcune note, le quali ora sono un sospiro, un lamento, un gemito: ora sono canti lieti, vivi, che ogni eco ripete e fa suoi.

Conoscete le strillanti e scoppiettanti risate della «Ronde des Lutins» di Bazzini? Il lamento ululante e nostalgico dei non scritti canti tzigani? Il battito di piedini alati nel «Moto perpetuo» di Ries? Tutto ciò avvolse nel suo turbine di note la piccola Anne-Marie.

Voltai la testa verso le stanze per sfuggire a quell'aria appestata. Il lamento che avevo udito prima mi ripercosse l'udito e quasi calmò il mio sussulto. Pensai alle compagne e ad alcuni zolfanelli che tenevo in tasca ma che avevo scordato nell'esaltazione della mia mente.

Parola Del Giorno

s'alceste

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