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Aggiornato: 5 giugno 2025
Intorno intorno a lui un corruscar di faville e di fiamme verdi, brune e sanguigne. Un mar di fuoco presso presso gli ondeggia d'ogni lato; e dentro vi brulica la ciurma infernale. In un subito mille veltri infernali prorompono aizzati a fracasso su dalla voragine. Via precipitoso egli si scaglia attraverso i boschi, attraverso la campagna; e fugge mettendo lai e ululati. Ahi, me misero! misero!
Scendono al piano costeggiando il Sacco, come i gru, che van cantando lor lai: lo spettacolo ha veramente qualche cosa di medioevale.
Torna Regina Maab al suo riposo colla chioma ricinta di viole rubate al Mondo e di pianti e di lai; e Titania abbandona il vecchio sposo.... Sorge il sol, sorge il sole, il sole, il sole!... Muto l'incanto ed alto il giorno è or mai!... Canta la brezza vocale tra li alberi e dice: «perchè stormite? giunge Primavera?»
Ed il sole, il vulcano, le donne, le rose, l'amore han fatto cantare il troviero. Vincenzullo di Alcamo gli ha insegnato il metro, e sirvente, tarantelle, lai, virelai, cavalloggie, spagnole, hanno deliziato le nobili dame.
Lasso che 'l ragionar il pensier segue e ragionando ognor cresce la voglia, e crescendo la voglia il duol sormonta. Vago fiume, alte rive, ombrose piante, passò mai quinci, o qui mai si ritenne pastor alcun a cui sì tristi lai, sì cocenti sospir, sì largo pianto facesser fede del dolor suo interno? Ma degno è ben che mia lingua si dolga, e che sospiri il core e piangan gli occhi.
Arunto Fleno Non tanta foga, giovanotto mio! Sulla porta di quel castello è scritto: Abbasso gli uomini! Piuttosto, io ti consiglierei di aspettare qui. Spesso dal loro nido vengono fuori, e volano, volano, girovagando tra i ruscelli, gli alberi, i fiori, e spesso qui si fermano riempiendo l’aria dei lor lai melodiosi. Arunto Benissimo! Benissimo! Fleno Non tanta foga, giovanotto mio!
Don Diego rientrava la sera in quelle disposizioni di spirito quando la mendica dell'angolo del vicolo l'abbordò. E' non l'udì. Ella lo seguì, accentuando i lai. Don Diego si rivolse. La luce del lampione battè in pieno il viso della poveraccia. La parola dura che fremeva sulle labbra del prete, si addolcì. Egli la squadrò attentamente. Ma insomma, mia povera donna, perchè non lavori tu?
Alto duol pensarlo estinto, Alto duol pensarlo in vita! Gronda sangue la ferita Più profonda del mio cor. A te volgo i miei lai, Divin Figlio, Che, sospeso in patibolo atroce, Una lagrima giù dalla croce Sulla Madre lasciavi cader. Pe' dolori tuoi mortali, Di tua Madre pe' dolori, Ah ti degna i nostri cuori Nell'angoscia sostener!
Coperte di mal erbe e insiem d'oblio Altre vedeansi ove taceano i lai: Stavano l
quand'io, che meco avea di quel d'Adamo, vinto dal sonno, in su l'erba inchinai la` 've gia` tutti e cinque sedavamo. Ne l'ora che comincia i tristi lai la rondinella presso a la mattina, forse a memoria de' suo' primi guai, e che la mente nostra, peregrina piu` da la carne e men da' pensier presa, a le sue vision quasi e` divina,
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