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Aggiornato: 24 giugno 2025
Laurenti non istette a pensare; si morse il labbro fino a far sangue; afferrò il cappello, e giù a furia per la viottola, oltrepassando il Giacomo, che pure non andava di gamba malata. Come fu alla postierla della villa Argellani, vi si cacciò sollecito: il giardiniere la rinchiuse da dentro, e ambedue corsero, volarono per la prateria, fino alla palazzina gialla.
Erano le sembianze ben note; la sua statura, i suoi capelli ondeggianti e fosforici, il suo labbro perfettamente delineato, i suoi denti pieni di sorriso. Ma pure, qualche cosa mancava a quell'uomo per essere l'amante, il fidanzato di Fidelia.
Schiuse ella in fine gli occhi, e ripigliata alquanto, fu lieta di ritrovarsi fra le care braccia, e muovendo sul labbro un lieve sorriso il dimandò se ormai fosse sua.
Certo egli ebbe ancora sorrisi, ma brevi e fuggitivi, di quelli che appaiono a fior di labbro e di repente si cancellano senza lasciare alcuna traccia. Talvolta pure infilò le ciancie, gli si accesero le gote impallidite, gli brillò lo sguardo, ma d'un tratto ammutolì, si oscurò in volto, si ritrasse nella sua cameretta od uscì all'aperto, e quando si credette non visto si lasciò cadere sopra un sedile, e stette lungo tratto d'ora immobile, coll'occhio fisso a terra. Mariuccia ed il babbo lo spiarono senza saper l'un dell'altra; venti volte vennero entrambi da opposte vie ad incontrarsi per caso in faccia a Donato meditabondo; e allora il babbo si arrestò estatico a guardare un alberello, Mariuccia si chinò a cogliere una miosotide, per dar tempo al giovine di comporre il volto alla piet
Ed una voce su la bocca: Io t’amo, Le disse, ed ella pianse.... Un angelo dall’alto la compianse; Sull’altare una lampada S’infranse. Dunque tu m’ami. Hai confessato; or, trepido, Taci ed attendi, e ti scolora il viso Un’onda di pallor. Vuoi dal mio labbro un bacio ed un sorriso. Vuoi di mia fresca giovinezza il fior!...
Ella gli gettò l’acqua in viso, facendo con il labbro inferiore una smorfia quasi di dispregio. Poi si distese dentro uno dei bacini asciutti, come in una culla, tenendo i piedi fuori dell’orlo, e scotendoli irrequietamente. A un tratto si rialzò, guardò Emidio con uno sguardo singolare:
Il cieco si curvava innanzi ad ascoltare, e ripetè sottovoce: Ernesta! Tacque un istante e di nuovo chiamò a fior di labbro: Ernesta!
Ma arrivatogli alle spalle Sfolcada Melik, gli girò sul caschetto un sodo colpo di mazza, che lo fece, tutto grondante del sangue suo e dell'altrui, ruzzolare come morto ai piedi della Margherita. Li baciò col labbro convulso Alpinolo; poi, alzando su di essa lo sguardo ondeggiante, esclamò: Perdonatemi».
Le diedi un bacio sulla fronte, essa mi strinse la mano; e, allontanandomi, lessi nel suo sguardo ciò che non osava dirmi col labbro.
Alvise, e questo non è amore?... Come foste ingiusto verso di me, Alvise! Come mi avete giudicata male! Egli che l'aveva ascoltata interdetto, pendente dal suo labbro, colpito da quella rivelazione inattesa, come ella ebbe finito le afferrò appassionatamente le mani: Oh! Loreta, esclamò subito, come posso io dirvi la gioia immensa che voi mi avete recato con le vostre parole?
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